Ghali contro i rapper che non parlano di Palestina: «Lo fate per 3 motivi: tutte scuse e stro***. Se tacete siete per il genocidio»

«Il rap è morto» secondo Ghali e con lui i rapper, che non dovrebbero più neanche farsi chiamare così, con tutte le scuse che accampano quando gli viene chiesto perché non parlano nelle loro canzoni della situazione a Gaza e della Palestina. In una lungo carosello di slide su Instagram, il rapper milanese bolla come «tutte stronzate o scuse» quelle dei colleghi. Per esempio «quella del “io non ho mai fatto politica sui miei profili social quindi perché dovrei farlo ora” oppure “è una storia molto delicata e complicata che va avanti da millenni”». E con lui c’è pure il napoletano Clementino, che se la prende con «i rapper delle classifiche», che su Gaza non si sbilanciano e quindi sono «solo munnezz».
I tre motivi per cui i rapper non parlano di Gaza
Nel giorno dello sciopero nazionale in Italia per Gaza e la Flotilla, Ghali traccia una sorta di identikit spietato dei rapper silenziosi, dividendoli in tre categorie basate sui motivi per cui non parlano di Gaza quanto e come vorrebbe lui: «Uno: non vi interessa, non è nel vostro algoritmo, non sapete “come sono andate le cose”, avete un’idea confusa su chi siano i cattivi e i buoni ormai da decenni o pensate che sia una questione che appartiene solo a una specifica etnia, lontana dalla vostra. Due: sostenete il genocidio e sì, sostenerlo vuol dire anche semplicemente non schierarsi. Qui c’entriamo tutti. Ma, come ogni volta, sarà troppo tardi quando lo capiremo. Tre: avete paura di perdere soldi, posizione e lavoro».
Se non parli di Palestina non puoi fare il rapper
Stando così le cose, insomma, i rapper ormai sono finiti, perché se non parla di Palestina non può definirsi tale: «Non avete parlato, e i brand non vi cercano. Non avete soldi, non avete stile, vi scopate le tipe tra amici, cosa ci avete guadagnato col vostro silenzio? Il rap è ufficialmente morto. Il silenzio dei rapper ha ucciso il genere. Ne è rimasto solo lo stile, il suono, la forma. Qualsiasi artista che millanta di essere un rapper e usa un sacco di parole per riempire le strofe ma non dice un cazzo sulla Palestina non può definirsi tale.» E poi aggiunge: «Se sei un rapper e non parli di Palestina puoi anche smettere di avercela con gli sbirri. Se sei un rapper e non parli di Palestina puoi finalmente venderti del tutto (sempre se hai da vendere qualcosa). È anche vero che supportare la Palestina è un onore che non tutti possono avere»
L’Italia in piazza vale più delle classifiche
Secondo Ghali, le manifestazioni del 3 ottobre nelle piazze italiane sono state un momento storico, dopo cui nulla sarà più come prima. E propio quelle piazze, dice, rappresentano la vera speranza. Non di certo i suoi colleghi: «L’Italia è attiva, l’Italia è in piazza e la Flotilla passerà nella storia». A proposito delle persone che scendono in strada perdendo giornate di lavoro «non sono da attaccare o ridicolizzare, sono da proteggere». Perché alla fine, secondo Ghali, il genocidio in Palestina «ricadrà anche sulla vostra arte, sulla vostra penna, sulla vostra salute mentale e sulla vita delle future generazioni». Infine la preoccupazione per i politici «che mentono al popolo». A loro Ghali rivolge un’ultimo appello: «Chi ve lo fa fare di vivere una vita ai piani alti della società, a capo di un governo senza mai servire il Paese, assumendovi, a questo punto, la responsabilità di essere complici di un genocidio?» .
Clementino: «Mettiteve scuorno»
Va all’attacco anche il rapper Napoletano Clementino, che sui social scrive: «Dedicato a tutti i Rapper italiani, i “cosiddetti rapper delle classifiche” che non hanno detto una sola parola sul genocidio a Gaza: Mettiteve Scuorno. E voi sareste rapper? Lo sapete sa vuol dire essere rapper? Vuie non sapit nu cazz. Millantate la parola Hip Hop. Potete avere tutti i platini del mondo, tutte le collane d’oro del mondo, andare alle vostre sfilate di moda da sfigati, ma non siete nulla. Non siete rapper Sit Munnezz!».
«Ognuno sa il suo – continua Clementino – State troppo a cazzi vostri e non vi esponete perché poi perdete qualcosa. Tranquilli già avete perso qualcosa: la dignità! Ora commentate pure e distruggetemi nei commenti. Non mi fate niente. Free Palestina. HIP is the knowledge HOP is the movement».
