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«Netanyahu ha ordinato gli attacchi con i droni alla Flotilla in Tunisia»

04 Ottobre 2025 - 05:37 Alessandro D’Amato
flotilla attacchi droni tunisia israele netanyahu
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L'intelligence americana: partiti da un sottomarino. Le bombe sganciate sulle imbarcazioni ormeggiate fuori dal porto di Sidi Bou Said

Il primo ministro di Israele Benjamin Netanyahu ha deciso gli attacchi con i droni alle navi della Global Sumud Flotilla in Tunisia. A dirlo sono stati due funzionari dell’intelligence americana a Cbs News. Si parla degli apparecchi che l’8 e il 9 settembre hanno colpito la Flotilla. Secondo la ricostruzione fornita dal media americano sarebbero stati fatti partire da un sottomarino. E hanno effettivamente sganciato ordigni incendiari sulle imbarcazioni ormeggiate appena fuori dal porto di Sidi Bou Said. La Cbs ricorda che ai sensi del diritto internazionale umanitario e del diritto dei conflitti armati l’uso di armi incendiarie contro una popolazione civile o obiettivi civili è proibito in ogni circostanza.

L’attacco alla Flotilla

Le forze di difesa israeliane non hanno risposto alla richiesta di commento di CBS News. Secondo la ricostruzione l’8 settembre un ordigno ha colpito la Family, nave della Flotilla che batteva bandiera portoghese. La Global Sumud Flotilla ha dichiarato a CBS News che la notte prima dell’attacco la parlamentare portoghese Mariana Mortágua era a bordo. Gli attivisti ritengono che gli autori abbiano deliberatamente atteso che «funzionari eletti o personaggi di alto profilo fossero assenti». Il 9 settembre è stata attaccata l’Alma, che batteva bandiera britannica. Le imbarcazioni sono state danneggiate dall’incendio, ma l’equipaggio è riuscito a spegnere rapidamente le fiamme. Nessuno è rimasto ucciso o ferito.

La Gsf

«La conferma del coinvolgimento israeliano non ci sorprenderebbe. Metterebbe semplicemente a nudo un modello di arroganza e impunità così grottesco che non potrà sfuggire alla resa dei conti finale», fa sapere la Gsf a Cbs. «Che lo scopo di questi attacchi fosse ucciderci, spaventarci o mettere fuori uso le nostre imbarcazioni, hanno messo in pericolo in modo sconsiderato civili e volontari umanitari. Il mondo deve prenderne atto: i tentativi di mettere a tacere, intimidire o ostacolare il nostro impegno per la causa e il popolo palestinese non avranno successo. Chiediamo indagini urgenti e indipendenti su questi attacchi e la piena responsabilità dei responsabili».

Le autorità della Tunisia

Le autorità tunisine hanno contestato che l’incendio fosse stato causato da droni che lanciavano ordigni incendiari, sostenendo invece che un’ispezione iniziale aveva indicato che l’esplosione era avvenuta all’interno dell’imbarcazione. Alcuni account filo-israeliani sui social media avevano affermato che gli incendi erano stati appiccati dopo che gli attivisti non avevano usato correttamente la pistola lanciarazzi. Le immagini diffuse dalla Global Sumud Flotilla mostrano una palla di fuoco che cade sull’imbarcazione, innescando l’incendio a bordo,. Le telecamere fisse installate sulle imbarcazioni non riprendono la provenienza delle fiamme prima dell’atterraggio sull’imbarcazione, né mostrano l’accensione di una pistola lanciarazzi.

I 15 attacchi con i droni

Il gruppo di attivisti ha dichiarato di essere stato attaccato da 15 droni a bassa quota mentre navigava a sud della Grecia. La Global Sumud Flotilla ha dichiarato che almeno 13 esplosioni sono state udite su e intorno a diverse imbarcazioni della flottiglia e che oggetti sono stati lanciati su almeno 10 imbarcazioni, causando danni. Sebbene non siano state segnalate vittime, i loro sistemi di comunicazione sono stati interrotti.

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