Meloni: «Il piano di Trump squarcia le tenebre della guerra». E ai contestatori: «San Francesco insegnava anche il rispetto nell’ascolto» – Il video
Un piano «prezioso e fragile» che potrebbe aprire uno spiraglio in uno dei conflitti più complessi del nostro tempo. Così Giorgia Meloni ha definito la proposta per la pace in Medio Oriente avanzata da Donald Trump, intervenendo oggi alle celebrazioni per la festa di San Francesco, patrono d’Italia, ad Assisi. «È quanto ci auguriamo stia accadendo in Palestina – ha detto la presidente del Consiglio –. Il piano, grazie alla mediazione del presidente Trump, potrebbe essere accolto anche da Hamas. Questo potrebbe voler dire tornare alla pace. Una luce che squarcia le tenebre. Abbiamo il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità perché questa opportunità abbia successo».
I fischi e la replica della premier: «San Francesco insegnava anche il rispetto nell’ascolto»
«Ricordo che San Francesco insegnava anche il rispetto nell’ascolto, nel comprendersi, nel capire le ragioni degli altri», ha detto la premier, rispondendo ad alcuni contestatori. Quando ha cominciato a parlare dalla loggia del Sacro Convento qualche fischio è partito dalla folla. Poche persone sulle tante in piazza. Meloni è stata accolta anche da tanti applausi. Poi il suo intervento è proseguito in modo sereno.
«Fiera del ruolo dell’Italia nel dialogo»
Meloni ha rivendicato il ruolo svolto finora dal governo italiano nel difficile equilibrio mediorientale. «Sono fiera del contributo al dialogo dato dall’Italia – ha sottolineato –. Siamo stati in prima linea negli aiuti umanitari e ci siamo confermati interlocutori credibili, senza cadere nella trappola della contrapposizione frontale che molti invocano». La premier ha richiamato la responsabilità della comunità internazionale e ha ribadito la disponibilità del nostro Paese a sostenere gli sforzi diplomatici in corso. «Abbiamo tutti il dovere di fare quanto è nelle nostre possibilità perché questa occasione preziosa e fragile non venga sprecata».
«La pace non si invoca, si costruisce»
Nel suo intervento, Meloni ha collegato il messaggio di San Francesco alle sfide del presente. «San Francesco ha vissuto tempi tormentati come i nostri. La terza guerra mondiale a pezzi, come l’ha definita Papa Francesco, si sta consumando in modo spaventoso. Sono 56 i conflitti in corso nel mondo. La pace e la diplomazia non sembrano più convincere né vincere. L’uso della forza prevale». Ma la premier ha invitato a non cedere al pessimismo: «La pace non si materializza quando la si invoca, ma quando la si costruisce con impegno e coraggio, un mattone dopo l’altro, con responsabilità e ragionevolezza». Un monito che vale anche per la crisi a Gaza, dove – ha ribadito – è necessario sostenere con determinazione ogni tentativo di negoziato. «Non dobbiamo arrenderci all’idea che non ci sia altra opzione. L’uso della forza si è sostituito troppe volte alla forza del diritto, ma questo scenario non deve portarci alla resa».
L’appello alla responsabilità: «Invocare la pace non basta»
Il richiamo alla responsabilità è stato il filo conduttore dell’intervento ad Assisi. Per Meloni, la pace sarebbe obiettivo che richiede «impegno quotidiano» e la capacità di andare oltre le divisioni. «Non basta invocarla – ha concluso –. Serve costruirla insieme, passo dopo passo. È un dovere verso noi stessi e verso le generazioni future. Se il piano americano riuscirà a creare le condizioni per il dialogo, potremo vedere davvero la luce tornare a splendere su Gaza».
Foto di copertina: ANSA/Riccardo Gasperini