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Da Tajani a Ilaria Salis, come il video da Gaza con il Tricolore è stato frainteso da tutti

10 Ottobre 2025 - 18:47 David Puente
L'autore originale del video aveva contestato l'utilizzo senza permesso anche al noto account Instagram Eye.on.palestine

Circola un video in cui un bambino palestinese, portato in braccio da un adulto sui roller per le strade distrutte di Gaza, sventola la bandiera italiana accanto a quella della Palestina. Le immagini vengono scaricate e pubblicate sui profili social del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che le ripropone come un gesto di ringraziamento al governo italiano per le iniziative compiute in favore dei civili palestinesi. L’atto suscita numerose critiche, dove molti sostengono che l’autore del video avesse diffuso la scena su X per contestare proprio il governo di Giorgia Meloni. A unirsi a questa interpretazione è anche Ilaria Salis, che rilancia il video con un messaggio politico. Di fatto, la storia risulterebbe ben diversa da come è stata raccontata da tutti.

La contestazione a Tajani e la persona sbagliata

Molti utenti hanno infatti creduto che il filmato fosse stato pubblicato originariamente su X da un utente di nome “Jimmy J”, accompagnato dalla didascalia: «La Palestina ti vede, Italia, e ti ringrazia per esserti sollevata coraggiosamente contro il tuo governo».

Contattato da Open, “Jimmy J” chiarisce che il video non è suo, ma che lo aveva prelevato da un altro account su Instagram. Aggiunge inoltre di condividere personalmente una posizione critica nei confronti del governo italiano, come di molti altri governi, incluso il suo in “America”.

Il vero autore del video e il suo post

L’autore reale del video è Mohammed, un giovane di Gaza che, oltre a gestire un profilo Instagram, cura anche un canale YouTube dove pubblica video delle sue esibizioni tra le macerie della città. Risulta, inoltre, coach del gruppo “Gaza Freedom Skaters“. Nel post in cui ha pubblicato il filmato non compare alcun riferimento politico, né a favore né contro il governo italiano:

Oggi alzo insieme la bandiera della Palestina e quella dell’Italia per dire grazie di cuore a tutti voi che siete stati con noi in questi giorni difficili. Tra le macerie e la distruzione, la vostra solidarietà è la nostra vera speranza. Non ci avete lasciati soli, i vostri cuori sono sempre con noi. Da Gaza… a ogni persona in Italia che ci ha sostenuto: grazie, mille grazie!

Nel finale, Mohammed scrive:

Se vuoi aiutare me e la mia famiglia, puoi sostenere la mia campagna attraverso il link nel mio bio. Grazie a chi continua a credere nell’umanità

La raccolta fondi per portare la famiglia in Egitto

Il link nella biografia rimanda a una raccolta fondi sulla piattaforma GoFundMe, dove Mohammed spiega di voler portare in salvo la sua famiglia, composta da otto persone, attraversando il confine con l’Egitto tramite una compagnia di nome “Hala”, che gestirebbe le evacuazioni. Secondo quanto riporta nella descrizione della raccolta fondi, l’Egitto avrebbe regolamentato i costi di attraversamento pari a 5.000 dollari a persona. L’obiettivo della campagna di Mohammed per la sua famiglia è attualmente di 70 mila euro, di cui circa 44 mila già raccolti.

I video di Mohammed con la bandiera del Brasile

Non è il primo video che Mohammed pubblica con la stessa scenografia. In precedenza aveva diffuso, sempre sul suo profilo Instagram, altri filmati con la bandiera brasiliana, uno dei quali identico a quello con il Tricolore italiano.

In quei post chiedeva aiuto al «popolo fratello» del Brasile, raccontando che sua moglie è incinta e che soffre di malnutrizione.

Le richieste a Tajani e all’account Eye.on.palestine

Mohammed è perfettamente consapevole dell’uso del suo video con la bandiera italiana da parte di testi. Lo ha fatto notare nei commenti al post Instagram di Tajani, contestando la pubblicazione del filmato in quanto fatta senza il suo consenso e chiedendo che venisse rimosso o che fosse indicato come autore originale:

Ciao, questo video è mio e l’avete pubblicato senza il mio permesso.
Per favore rimuovetelo oppure taggatemi chiaramente come autore originale.
Se non viene fatto, sarò costretto a segnalarlo per violazione del copyright.
Grazie per la comprensione.

Ha poi rivolto la stessa richiesta, in una storia su Instagram, anche all’account Eye.on.palestine, sempre per l’utilizzo del video senza autorizzazione. Insomma, una questione di copyright e di comprensibile visibilità.

Risulta dunque evidente che i video e i post di Mohammed non abbiano alcun intento politico, esprimendo gesti di gratitudine verso chi sostiene la popolazione di Gaza e diffondendo appelli per ottenere un aiuto concreto per la sua famiglia.

Chi li ha rilanciati, da Tajani a Salis fino agli attivisti pro Palestina, ha finito per politicizzare un contenuto che nasceva con un altro messaggio e intento, privo di polemiche né contro il governo italiano né contro altri.

I due team di Gaza

Nel suo post, Ilaria Salis ringrazia il gruppo “Gaza Skate Team” condividendo il video di Mohammed di “Gaza Freedom Skaters“.

Da come possiamo notare, i nomi e i loghi dei due gruppi risultano diversi: quello legato a Mohammed riporta il disegno di un roller, quello di “Gaza Skate Team” un ragazzo con il suo skateboard.

Aggiornamento 11 ottobre ore 23:50

L’undici ottobre, intorno alle ore 20 (fuso orario italiano), Mohammed pubblica un secondo video dove pattina da solo con le bandiere della Palestina e dell’Italia in mano.

Oltre a lasciare un watermark utile a tutelare il copyright, questa volta riporta un commento politico e di critica contro il governo italiano, cosa che non aveva fatto in precedenza. Alla fine del post, rilancia la raccolta fondi per la sua famiglia, utile per lasciare Gaza.

Attribuire a Mohammed un intento politico già nel primo video significherebbe applicare retroattivamente un significato che non era presente nei testi dei suoi interventi né nelle descrizioni pubblicate fino a quel momento (post, storie e commenti). Il ragazzo non ha distinto tra “destra” e “sinistra”, tra istituzioni o attivisti, in quanto aveva criticato coloro che avevano usato il suo video senza consenso, compresi soprattutto alcuni account palestinesi e pro Palestina, come Eye.on.palestine.

La sua posizione è coerente con il suo percorso, ossia quella di un giovane di Gaza che chiede aiuto per fuggire dalla Striscia con la sua famiglia, non di un militante politico. In questo senso, affermare che qualcuno “aveva ragione fin dall’inizio” non è corretto, poiché significherebbe attribuire alla sua prima pubblicazione un punto di vista che Mohammed ha espresso solo in seguito, dopo aver visto il suo gesto sfruttato e dopo non aver ottenuto risposta alle sue richieste legittime di riconoscimento e rispetto del proprio lavoro.

Risulta evidente che il caso del primo video, amplificato dalle polemiche, ha aumentato la visibilità del suo profilo e, di conseguenza, della campagna di raccolta fondi per la sua famiglia. Da un punto di vista comunicativo, la scelta di Mohammed di tornare sull’argomento con un secondo video, prendendo posizione e inserendo un watermark, risulta una mossa consapevole e strategica per rilanciare e far arrivare a tutti la sua richiesta di aiuto.

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