Il Csm mette fuorilegge le sentenze scritte con l’Intelligenza Artificiale


L’Ai Act europeo 2024/1689 e la legge 132 del 23 settembre scorso considerano «l’uso della tecnologia nella giustizia “ad alto rischio”». E vietano «le decisioni basate unicamente su un trattamento automatizzato». Adesso, racconta Il Giornale, il Csm avvisa chi sceglie la scorciatoia pericolosa dell’intelligenza artificiale nella sentenze. Intanto presso la procura della Cassazione pendono due procedimenti nei confronti di giudici furbetti. Di cui uno di primo grado. Che avrebbero assunto decisioni citando precedenti inesistenti. In un caso è partita «l’azione disciplinare da parte del Procuratore generale per grave e inescusabile negligenza».
Il Csm, le sentenze e l’Ia
«Ma fino a che non si arriva alla formale contestazione dell’incolpazione, al Csm non sanno nulla», dice al Giornale una fonte. Ma ci sono anche due avvocati condannati a Torino e a Latina per lite temeraria ai sensi dell’articolo 96 del Codice di procedura penale dopo i loro ricorsi scritti da ChatGPT «con citazioni astratte e inconferenti». Nell’ultimo plenum dell’organo di autogoverno dei giudici si è decisa la stretta. Anche se le pendenze entro il 31 dicembre 2024 sono calate del 91,7% contro un obiettivo richiesto del 95%. E l’Ia sarebbe stata utile per smaltire il pregresso.
I software fuorilegge
La proposta elaborata dalla settima Commissione, relatori Marco Bisogni e la presidente Maria Vittoria Marchianò prevede che software come ChatGPT o software generativi simili come Chatbot, Copilot, Gemini, Perplexity sono fuorilegge. La responsabilità è di chi firma la sentenza e non sarà delegabile secondo i principi di indipendenza, imparzialità e responsabilità personale sanciti dagli articoli 101 e 104 della Costituzione.