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Garlasco, il mistero delle intercettazioni di Andrea Sempio sparite dall’indagine del 2017

11 Ottobre 2025 - 06:19 Alessandro D’Amato
garlasco andrea-sempio-chiara-poggi-alberto-stasi
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Nel fascicolo 8283/2016 c'è un buco. La delega ai carabinieri e alla Esitel del Sistema Pavia. La Panda in uso alla famiglia dell'accusato e le sue frasi: «Possiamo distruggere quella gente di merda»

Che fine hanno fatto le intercettazioni in auto di Andrea Sempio? Nell’indagine del 2017 sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco c’è un buco. La lettura del fascicolo 8283/2016 lo rivela: sono sparite le intercettazioni disposte sulla seconda vettura della famiglia Sempio. Ovvero la Fiat Panda intestata a Ivana, zia di Andrea e una delle destinatarie delle perquisizioni nell’inchiesta per corruzione a carico di Mario Venditti e dei poliziotti della procura. Il primo febbraio 2017 proprio Venditti insieme alla pm Pezzino chiedono di intercettare l’auto insieme alla Suzuki Sx4 e a otto utenze telefoniche.

Le intercettazioni di Sempio sparite

Un atto, ricostruisce oggi Repubblica, ritenuto «assolutamente indispensabile ai fini della prosecuzione delle indagini». E infatti il giorno seguente il gip Fabio Lambertucci firma il decreto. Il 3 febbraio dieci intercettazioni vengono delegate ai carabinieri. E alla Esitel, ovvero la società oggi sotto accusa per il Sistema Pavia. Il 6 febbraio alle 15.35, secondo il verbale di nomina di ausiliario di pg (ma un secondo verbale di operazioni tecniche, dove compare anche il maresciallo Antonio Scoppetta, posticiperà l’installazione di due giorni) il maresciallo Giuseppe Spoto esegue insieme a Massimo C., tecnico della Esitel. Anche se la microspia sulla Suzuki comincerà a funzionare la notte dell’8. E la Panda?

La Panda sparita

La Fiat Panda è sparita. Non c’è traccia dell’auto nei verbali. Nemmeno sulla disinstallazione, completata il 28 febbraio sulla Suzuki. Sempio la Panda l’ha presa in quei giorni: «Io domani vado con questa, non vado con quell’altra, A guidar l’altra mi vien male al ginocchio con la frizione. Male di brutto», dice l’indagato ai genitori. C’è la comunicazione (a Esitel e carabinieri) di cessazione intercettazioni, firmati da Venditti e Pezzino. Ma è senza data. C’è però una mail inviata alle 12.16 del 16 febbraio dal maresciallo Spoto alla Esitel: «Trasmetto l’unita comunicazione riservata, facendo presente che il servizio ivi indicato non è mai stato eseguito».

«Cessazione», «mai eseguito», «revoca»

Silvio Sapone, oggi indagato, lo scrive nell’informativa finale: «Venivano dapprima revocati il decreto relativo a sei utenze cellulari e, successivamente, quello relativo all’autovettura Fiat Panda in uso al padre». La cimice sulla Suzuki invece riporta registrazioni fino al 22 febbraio 2017. Giuseppe Sempio dice: «Mi fa paura, più che altro, se non c’è l’archiviazione di mio figlio quello là può un altr’anno e una volta siamo in ballo ancora a denunciare?». Proprio la circostanza che i Sempio puntano a scongiurare. «Quindi mio figlio è sotto scacco un’altra volta. Devo farmi spiegare bene questa cosa, adesso parlo col generale».

70-80 mila euro per Garlasco

Poi Andrea Sempio fa i conti: «Ci sarà da tirar fuori 70-80mila euro. Qualche centinaio di migliaia di euro. Soldi che io non ho». Sull’altro piatto della bilancia c’è altro: «Posso ottenere una grandissima vittoria morale. Possiamo distruggere quella gente di merda. Scriviamo davvero la storia del diritto». Resta però l’incertezza: «Non ho diritto di sapere nulla sull’archiviazione. L’unico che ha diritto di sapere è la parte offesa, e cioè i Poggi». Intanto il 26 settembre l’ex carabiniere Giuseppe Spoto è stato sentito come teste dagli investigatori nell’inchiesta bresciana a carico dell’ex procuratore pavese Venditti: «Ricordo che le intercettazioni mi venne chiesto in tutta fretta di trascriverle, tanto è vero che le feci in uno o due giorni, perché il dottor Venditti disse che gli servivano subito le intercettazioni per fare l’archiviazione».

Corruzione e peculato

Intanto va avanti l’indagine per corruzione e peculato nei confronti di Venditti. Si parla di 750 mila euro e una decina di auto. Noleggiate a prezzi gonfiati dalla Cr Service. I cui titolari, i fratelli D’Arena, sono anche gli intercettatori della procura visto che sono proprietari della Esitel. Oltre che del ristorante stellato Lino. Il difensore di Mazza, Massimo Dinoia ha fatto sapere che il pm invece comprò nel 2017 l’auto in leasing «per quasi 45mila euro», pagò «le rate ogni mese e poi riscattò la macchina nel marzo 2019 pagando l’ultima rata da 20mila euro».

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