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Il fuoco di Annalisa non brucia, per fortuna è tornato Caparezza. Ottimi gli album di Frah Quintale, Ele A e Selton – Le nostre recensioni

12 Ottobre 2025 - 19:01 Gabriele Fazio

Caparezza – Io sono il viaggio

È dai tempi di Vengo dalla luna che troviamo Caparezza particolarmente a proprio agio con le atmosfere spaziali, astronautiche, astrofisiche. Probabilmente perché dall’alto, forte di quel distacco mentale, le cose si vedono meglio, con una prospettiva più nitida, così la sempre lucida analisi di quella che è nettamente tra le migliori penne della storia della musica italiana contemporanea diventa chiara e inattaccabile. Il ritorno di Caparezza a quattro anni da quell’altra perla di Exuvia, è un singolo che è una scintilla, un lampo, un’epifania, un’illuminazione, una clamorosa presa di coscienza, di quelle che deviano radicalmente un’esistenza, il moto perpetuo di una vita che in quel moto perpetuo si specchia, che diventa una sfida a cavalcarlo, a lasciarsi trasportare. Il testo è una roba che smonta le mascelle, che ti costringe a qualche minuto di silenzio, per assorbire tutto, per tradurre questa sua visione universale nella tua piccola vita, per indagare anche la tua di posizione nell’universo delle cose. Una visione talmente limpida che anche lo stile vocale di Caparezza parrebbe essersi ammorbidito, la voce è più chiara, più distesa, priva di quei fascinosissimi spigoli che ne hanno condizionato carattere e flow e ci hanno fatto innamorare di ogni suo singolo spunto creativo. Le sonorità riflettono la geografia del brano, stiamo proprio su un altro pianeta, Capa rappa su elettroniche vivide dal sapore anche internazionale (a noi, per dire, ha ricordato per certi aspetti i Muse di Simulation Theory), riuscendo a renderle scenografia, ambiente, per la sua scrittura, per la sua storia. Insomma, che piacere riabbracciarlo.