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Chi finanzia Casapound? Avvocati, imprenditori, giornalisti: in un libro di Berizzi l’elenco segreto

14 Ottobre 2025 - 05:55 Alessandro D’Amato
casapound finanzaitori
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Danno 100 euro al mese. Ovvero 7 mila in tutto, 84 mila l'anno. Ne parla la firma di Repubblica Paolo Berizzi nel Libro segreto di Casapound

Sono in totale una settantina. Tra loro giornalisti, imprenditori, professionisti e ambasciatori. E poi docenti universitari e militari. Si chiamano “Unici” e sono i finanziatori primari di Casapound. Nascono nel 2017 da un’idea di Gianluca Iannone e Marco Cleemente. Danno 100 euro al mese. Ovvero 7 mila in tutto, 84 mila l’anno. E ne parla Paolo Berizzi nel Libro segreto di Casapound (Edizioni Fuoriscena). Li coordinava in origine Anna detta Sugar, dottoressa di Verona, che ha lasciato Cpi.

L’elenco contenuto nel libro di Berizzi

L’elenco parte da Roma. Ci sono: ambasciatori, avvocati, docenti di università statali e di università telematiche private, architetti e discografici, imprenditori anche se non di primissimo piano, manager del settore pubblico e di quello privato, albergatori, militari di alto grado e professionisti nel settore commerciale e della medicina. A Torino c’erano avvocati di di grido e architetti oltre che dirigenti politici locali del movimento di destra. A Verona imprenditori che hanno raggiunto anche cariche di vertice nella Confindustria locale, oltre ad ingegneri, bancari e dirigenti politici che negli anni successivi sono transitati in altri partiti, da Fratelli di Italia a Forza Italia. A MIlano numerosi professionisti, come alcuni medici, commercialisti, avvocati, broker finanziari e nautici e un gruppetto di giornalisti e manager di cui uno di un colosso internazionale del commercio. A Piacenza un piccolo editore, a Firenze qualche dirigente politico di destra, operatori turistici e perfino un tassista. Il gruppo (il cui elenco nominativo è rintracciabile nel libro di Berizzi) era stato immaginato nel 2018 per raccogliere un sostegno fisso e certo a Casapound per le sue campagne elettorali, e non è chiaro se e in quale numero abbia continuato ad offrire il suo sostegno finanziario anche negli anni successivi. Tutto è svelato a Berizzi da una importante fonte interna al movimento, che scrive poi in prima persona il suo memoriale. Di quei finanziamenti però non c’è alcuna traccia nelle dichiarazioni congiunte che il tesoriere insieme al benefattore avrebbe dovuto trasmettere alla tesoreria del Parlamento ai fini della divulgazione.

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