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Mattarella e l’incontro con Papa Leone XIV al Quirinale. «Non arrendersi a una società dominata da oligarchi. Servono due popoli e due stati»

14 Ottobre 2025 - 11:53 Ugo Milano
papa leone mattarella
papa leone mattarella
È la prima visita ufficiale dall'inizio del pontificato. Al Quirinale anche le più alte cariche dello stato inclusa la premier Giorgia Meloni. Il capo dello Stato: «Preoccupa il venir meno di meccanismi che costruiscono fiducia tra gli Stati»

Un «legame imprenscindibile» tra il Vaticano e l’Italia. Ma anche un focus sul conflitto medio-orientale e sulla guerra in Ucraina. Crisi umanitarie e il pericolo di un rischio, mondiale, «da non sottovalutare». Queste le parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella dopo la visita e il colloquio privato, al Quirinale, avuto con Papa Leone XIV. Il pontefice è arrivato in mattinata partendo dal palazzo apostolico, accolto dal Capo dello Stato nel cortile del Colle. La delegazione vaticana è stata scortata dai corazzieri a cavallo in una Roma blindata per il primo incontro ufficiale tra i due capi di stato. Presenti anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i presidenti di Camera e Senato insieme alle alte cariche dello stato.

«Tempi difficili, con la logica del più forte, la tentazione di fare ricorso alle armi»

«Viviamo tempi di grande difficoltà. Il Secondo dopoguerra aveva saputo puntare a un mondo costruito sul multilateralismo, su di un sistema che prevedeva il dialogo per la soluzione delle controversie. Un sistema che oggi sembra progressivamente accantonato. Le istituzioni allora sorte appaiono indebolite – talvolta strumentalmente, e irresponsabilmente, delegittimate – e non in grado di incidere con la necessaria efficacia sulle crisi attuali. Preoccupa il venir meno di meccanismi che costruiscono fiducia tra gli Stati. In questo scenario, la logica del più forte, la tentazione di fare ricorso alle armi per risolvere una disputa, sembrano talvolta prevalere», ha dichiarato Mattarella.

«Riconoscere due popoli e due stati»

Bisogna «rilanciare la soluzione di uno stato per ciascuno per i due popoli l’unica condizione per pace e sicurezza duratura», ha detto il capo dello Stato. «In Medio Oriente, alla ferita atroce dell’attacco terroristico del 7 ottobre 2023, ha fatto seguito una reazione che ha superato non soltanto criteri di proporzionalità, ma anche i confini di umanità». «Oggi c’è ‘una scintilla di speranza’ – come Vostra Santità ha rimarcato – che va sostenuta con convinzione. La liberazione degli ostaggi rimasti in vita è di grande valore e coinvolge quanti hanno a cuore civiltà e dignità delle persone, rivolgendo un pensiero a coloro che sono morti in quella crudele condizione di prigionia». 

L’elogio al ‘Dilexi te’ e la società degli oligarchi

Mattarella ha elogiato anche il “Dilexi te” del Pontefice e ha dichiarato: «Non vogliamo arrenderci a una prospettiva di una società dominata da oligarchi, dominata dal censo». «Vorrei riaffermare che la pace vera, duratura, risiede nell’animo dei popoli. Diversamente, sotto la cenere della fine delle violenze cova il rancore, pronto a divampare nuovamente alla prima occasione che possa essere sfruttata, per rendersi conto allora che la fine delle violenze si trasforma, purtroppo, in una parentesi tra due esplosioni».

Il Papa ringrazia per l’accoglienza del Giubileo

Il Papa ha ringraziato l’Italia per gli sforzi messi in campo in occasione del Giubileo. «Voglio dire un sentito grazie a lei, signor Presidente e al Paese intero per la bella testimonianza di accoglienza, nonché di efficiente organizzazione, che l’Italia da mesi sta offrendo, durante lo svolgersi dell’Anno Giubilare», ha detto il Pontefice rivolgendosi al Capo dello Stato Sergio Mattarella. «Mi preme in particolare manifestare riconoscenza per lo sforzo profuso a vari livelli nella circostanza della morte del mio venerato Predecessore, Papa Francesco», ha aggiunto il Papa.

Calo della natalità: «Necessario sostenere maternità e paternità»

Leone ha auspicato provvedimenti contro il sempre maggiore calo della natalità, ribandendo che «Padre, madre, figlio, figlia, nonno, nonna sono nella tradizione italiana parole che suscitano sentimenti di amore, rispetto e dedizione, a volte eroica al bene della comunità domestica e dunque a quello di tutta la società». Per questo, ha sottolineato il pontefice, serve un impegno a «promuovere scelte a vari livelli in favore della famiglia». Rivolgendosi alle istituzioni, il Papa ha aggiunto come sia indispensabile «un sostegno di un lavoro dignitoso, con esigenze legate alla maternità e alla paternità».

«Tutela della vita dal concepimento all’età avanzata»

Il Papa ha parlato della importanza fondamentale del «rispetto e la tutela della vita in tutte le sue fasi, dal concepimento all’età avanzata, fino al momento della morte». Una sensibilità che Leone ha auspicato possa crescere anche in ambito sanitario e «per ciò che riguarda l’accessibilità delle cure mediche e dei medicinali, secondo le necessità di ciascuno».

«Preservare tradizioni contro modelli fluidi»

«Non lasciamoci affascinare da modelli massificanti e fluidi, che promuovono solo una parvenza di libertà, per rendere poi invece le persone dipendenti da forme di controllo come le mode del momento, le strategie di commercio o altro». Il Papa ha denunciato una tendenza a non apprezzare abbastanza i valori identitari «storici e umani», invitando poi ad «avere a cuore la memoria di chi ci ha preceduto, far tesoro delle tradizioni che ci hanno portato ad essere ciò che siamo».

Leone elogia il governo per il lavoro sui migranti

«Esprimo gratitudine per l’assistenza che questo Paese offre con grande generosità ai migranti, che sempre più bussano alle sue porte, come pure il suo impegno nella lotta contro il traffico di esseri umani. Si tratta di sfide complesse dei nostri tempi, di fronte alle quali l’Italia non si è mai tirata indietro». Di fronte a ministri ed esponenti del governo, Leone ha anche richiamato all’importanza di «una costruttiva integrazione di chi arriva, nei valori e nelle tradizioni della società italiana».