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Italia-Israele, fischiato l’inno israeliano: tensioni con la polizia prima della partita, colpita alla testa Elisa Dossi, giornalista di Rainews – Il video

14 Ottobre 2025 - 22:35 Cecilia Dardana
Durante gli scontri con la polizia, una giornalista di Rainews24 è stata colpita da una pietra mentre stava svolgendo il proprio lavoro di cronaca all’esterno dello stadio. Ora si trova al pronto soccorso di Udine

Dopo il minuto di silenzio per i carabinieri morti oggi nell’esplosione a Castel d’Azzano è cominciata la partita tra Italia e Israele, valida per i play-off dei Mondiali di calcio. Fischiato l’inno israeliano e gli stessi giocatori dopo il calcio d’inizio. Già prima della partita si erano radunati i manifestanti: «Non si gioca contro chi rappresenta uno Stato genocida e di apartheid come Israele». Con questo slogan da piazza della Repubblica era partito il corteo promosso dal Comitato per la Palestina di Udine contro la partita di questa sera tra Italia e Israele. Secondo le prime stime della Questura, i partecipanti sarebbero oltre 5 mila, ma nel corso della marcia il numero è cresciuto notevolmente, fino a raggiungere le 15mila persone, secondo quanto riferiscono gli organizzatori. A guidare il corteo, gli esponenti della comunità palestinese, che hanno denunciato «il genocidio del popolo palestinese» e chiesto «il riconoscimento di uno Stato di Palestina come unica soluzione per il Medio Oriente». Tra i manifestanti cori come «Palestina libera» e «Gaza libera», striscioni con scritte contro l’occupazione israeliana e una maxi bandiera della Palestina. Qualche fumogeno è stato acceso lungo il percorso. Che la tensione sarebbe stata alta ce lo si aspettava. Anche il ct della nazionale italiana, Gennaro Gattuso, si era detto preoccupato per la sfida contro Israele. Il sindaco ne aveva chiesto il rinvio, auspicando «momenti migliori».

Gli scontri con la polizia: colpita Elisa Dossi, giornalista di Rainews

Diversi i momenti di tensione con la polizia. Durante uno di questi, Elisa Dossi, una giornalista di Rainews24 è stata colpita da una pietra mentre stava svolgendo il proprio lavoro di cronaca all’esterno dello stadio. La collega è stata prontamente soccorsa e si trova ora al pronto soccorso di Udine, dove le vengono prestate le cure necessarie. La Rai esprime solidarietà e vicinanza a Elisa Dossi e a tutti i professionisti dell’informazione che ogni giorno operano con senso di responsabilità e coraggio per garantire ai cittadini un’informazione libera, corretta e completa. La violenza non può mai essere una forma di espressione o di protesta.

Massimo livello di sicurezza in città

Intanto, Udine appare deserta e militarizzata. Più di mille agenti presidiano il corteo, con droni ed elicotteri in volo, barriere di cemento attorno allo stadio Friuli e all’albergo dove sono alloggiati i calciatori israeliani, cecchini sui tetti e cani anti-esplosivo. La città è divisa in zone rosse: i manifestanti e i circa 9 mila tifosi annunciati sugli spalti non potranno entrare in contatto. Controlli personali e raggi X sono stati predisposti per tutti gli spettatori, per evitare l’ingresso di armi o striscioni provocatori. Negozi e locali lungo il percorso sono chiusi, dehors smontati e fioriere rimosse. Gli organizzatori però hanno ribadito che la marcia è «pacifica, senza bandiere di partito e contro ogni forma di antisemitismo», ma il clima resta di alta tensione, anche alla luce degli scontri scoppiati sabato a Oslo durante Norvegia-Israele e delle manifestazioni recenti a Milano e Roma.

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Corteo pro Pal prima della partita di calcio Italia-Israele, Udine

A Milano il presidio sotto la Figc

Nel frattempo a Milano, un centinaio di manifestanti si è radunato sotto la sede della Figc in via Pitteri. Il presidio, promosso da Potere al Popolo, ha visto un minuto di silenzio in memoria del calciatore palestinese Suleiman Al-Obaid, ucciso a Gaza lo scorso agosto. Dal megafono si sono levati slogan contro Israele e contro la partita: «Stop accordi con Israele» e «Milano lo sa da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare».

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