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Scuola, vietata l’educazione sessuale anche alle scuole medie. L’ira delle opposizioni contro l’emendamento al Ddl Valditara: «Medioevo»

15 Ottobre 2025 - 18:43 Ygnazia Cigna
Passa la modifica a firma della leghista Giorgia Latini. Il Pd: «Gravissimo». Festeggia Pro Vita: «Misura di buonsenso»

La Commissione Cultura della Camera ha approvato un emendamento al Ddl valditara sul consenso informato, a prima firma della deputata leghista Giorgia Latini, che estende il divieto di affrontare tematiche sessuali anche alle scuole medie. In precedenza, il testo limitava il divieto alla scuola dell’infanzia e alla primaria. Per gli studenti delle superiori, invece, l’insegnamento di questi argomenti sarà possibile solo previo consenso informato delle famiglie, che dovranno conoscere i temi, il materiale didattico e le competenze dei relatori. La misura ha scatenato le proteste delle opposizioni, che parlano di un attacco alla libertà di insegnamento e di un grave passo indietro.

Il Pd: «Fatto gravissimo»

«È un fatto gravissimo», denunciano i membri del Pd in commissione Istruzione, Mauro Berruto, Sara Ferrari, Giovanna Iacono, Irene Manzi e Matteo Orfini. «Da decenni moltissime scuole italiane offrono importantissimi progetti di educazione alla sessualità, ai giovani entro i 14 anni, rispetto alle malattie sessualmente trasmissibili, alla prevenzione delle gravidanze precoci, al contrasto alla violenza sessuale», spiegano. «Se oggi si introduce il divieto di queste informazioni, spesso gestite dalle aziende sanitarie e senza sostituirle con altra offerta formativa, si compie un atto gravissimo nei confronti delle giovani generazioni e del loro diritto ad ottenere informazioni corrette dai professionisti della sanità pubblica anziché dai social e dalla realtà digitale», aggiungono. Interviene anche Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale del Pd: «Mentre l’Europa va avanti, l’Italia torna nel Medioevo», chiosa.

Pro Vita: «Misura di buonsenso»

Festeggia, invece, Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita e Famiglia: «Il divieto di affrontare questi temi alle elementari e alle medie è una misura di totale buonsenso contro chi in questi anni è entrato nelle classi per parlare di utero in affitto, pillola abortiva, cambio di sesso e favole gay». Della stessa linea il deputato leghista Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura e relatore del ddl Valditara, secondo cui così «estendiamo il divieto poter parlare di tematiche sessuali alla scuola secondaria di primo grado da parte di attivisti ideologizzati».

La stretta alla luce dei femminicidi

La discussione arriva nello stesso giorno in cui si è consumato un grave femminicidio, con la 29enne Pamela Genini uccisa a coltellate dal compagno. «Proprio oggi che si è consumato l’ennesimo femminicidio questa maggioranza si dimostra incapace di promuovere la prevenzione e il cambiamento nelle relazioni, la consapevolezza dei più giovani», afferma la senatrice Cecilia d’Elia, capogruppo del Pd in Commissione Istruzione e Cultura. «Potremmo dunque dire che questa destra usa parole di circostanza nei momenti drammatici per poi agire con un approccio sessuofobico che impedisce agli studenti una parte essenziale della propria formazione», aggiunge.

Il tira e molla sui fondi per l’educazione sessuoaffettiva

La stretta arriva in un momento in cui il tema dell’educazione sessuale a scuola è più simbolico che reale. Nonostante le polemiche, i percorsi formativi in materia sono quasi del tutto assenti nel nostro sistema scolastico. Un piccolo spiraglio era rappresentato dall’approvazione dell’emendamento di +Europa, che stanziava 500mila euro per avviare programmi di educazione affettivo-sessuale nelle scuole secondarie. L’emendamento, approvato dal Parlamento e inserito nella legge di bilancio, è stato però dirottato dal governo verso un altro scopo: l’educazione alla fertilità, destinata agli insegnanti.

«Nella legge di bilancio 2024 fu approvato un mio emendamento, anche con i voti della maggioranza, che prevedeva fondi per l’educazione sessuoaffettiva nelle scuole. Pochi giorni dopo, per volontà di un governo sotto la pressione dei provita, quei fondi sono stati riassegnati a corsi per insegnanti sulla fertilità maschile e femminile. Oggi, mentre piangiamo l’ennesimo drammatico femminicidio con l’uccisione di Pamela Genini a Milano, la maggioranza ha di fatto cancellato qualsiasi forma di educazione sessuoaffettiva nelle scuole», dichiara il segretario di Più Europa Riccardo Magi. «È l’ennesima dimostrazione che governo e maggioranza non intendono affrontare seriamente questo tema, ignorando la prevenzione che dovrebbe partire proprio dall’educazione nelle scuole».

Cosa dicono le indicazioni nazionali del ministero

Va ricordato, inoltre, che le nuove Indicazioni nazionali per il primo ciclo, pur prevedendo una parte sulla «scuola che educa alle relazioni, all’empatia e al rispetto della persona», si limitano a formulazioni generiche. Si parla infatti di «qualcosa di più dell’alfabetizzazione emozionale che alleni bambine e bambini a capirsi nella complementarietà delle rispettive differenze. La scuola – si legge nel documento – deve avviare un profondo lavoro educativo e preventivoun’educazione del cuore che crei occasioni didattiche di esperienza di sentimenti basilari come la fiducia, l’empatia, la tenerezza e l’incanto».

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