Perché Zaia si candida in Veneto: «I voti bisogna andare a prenderli»


«Mi sono candidato perché me lo chiedono tanti cittadini che non si riconoscono nei partiti. I voti bisogna andare a prenderli. Vale anche per me. Sarà una campagna molto combattuta. Con me candidato la Lega supererà FdI? Non ho la palla di vetro. Di certo, venderemo cara la pelle». Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia spiega così la sua decisione di candidarsi come capolista in ogni provincia alle elezioni regionali.
Zaia e il Veneto
«Mi spiace lasciare la guida del Veneto, avevo ancora tanti progetti da realizzare. Ma le leggi si rispettano. E a me è stato vietato di ricandidarmi a presidente», spiega. Sottolineando però come «di fronte ai veti alla mia lista e al mio nome nel simbolo, cosa inaudita in democrazia, ho deciso che se dovevo essere un problema questo era l’unico modo per esserlo davvero. La Lista Zaia aveva preso il 44% nel 2020. Oggi quel bacino è un contenitore per elettori di varia provenienza. Non sfruttare questo patrimonio è un errore. Molti veneti non hanno gradito i veti su di me. I consensi che tutti i sondaggi mi riservano non possono essere trascurati. Adesso vedremo come reagiranno».
L’addio
Zaia stava pensando all’addio dopo i risultati della Toscana. Anche se ieri Matteo Salvini aveva smentito tutto: «Io e Luca Zaia non abbiamo mai litigato, ci sentiamo spesso la mattina commentando divertiti gli articoli dei giornali. Adesso c’è una sfida, e ci sono cinque anni di lavoro da fare per continuare il buon governo in Veneto e migliorarlo dove è possibile». E ancora: «Secondo me è sempre un errore limitare la possibilità di scelta per i cittadini, per gli elettori, però ci sarà il nome di Zaia su tutte le schede, ci saranno liste fortissime». Salvini ha quindi spiegato di aver parlato con consiglieri e assessori uscenti, ma anche con molti sindaci «che per la prima volta si metteranno a disposizione della Regione. In alcune province avremo più donne che uomini».