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Manovra, rincari in arrivo per le sigarette. L’annuncio del ministro Giorgetti: «Poco poco, ma sì, aumentano». Ecco di quanto e da quando

17 Ottobre 2025 - 17:38 Cecilia Dardana
sigarette rincari manovra
sigarette rincari manovra
Gli aumenti riguarderanno sia i prodotti da combustione, come sigarette e trinciati, sia le sigarette elettroniche, anche se in misura diversa

Le sigarette torneranno ad aumentare. Lo ha confermato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nel corso della conferenza stampa seguita all’approvazione della Legge di Bilancio 2026. «Le sigarette, poco poco ma sì, aumentano», ha detto il ministro, rispondendo a una domanda sui rincari previsti per le “bionde”. Secondo quanto anticipato, la Manovra 2026 prevede un rinnovo del calendario fiscale dei tabacchi, con un aggiornamento triennale delle accise che scatterà dal prossimo anno. Gli aumenti riguarderanno sia i prodotti da combustione, come sigarette e trinciati, sia le sigarette elettroniche, ma in misura diversa: più contenuta per le e-cig, più marcata per i prodotti tradizionali.

Di quanto aumentano le sigarette

L’incremento complessivo stimato, secondo le prime valutazioni, potrà arrivare fino a 1,5 euro a pacchetto entro il 2028, con rialzi graduali distribuiti lungo il triennio. La revisione del calendario fiscale del tabacco garantirà nuove risorse aggiuntive per lo Stato nell’arco del triennio. Gli aumenti delle accise saranno progressivi: da pochi centesimi nel 2026 e nel 2027, ma con un effetto cumulato rilevante entro il 2028, fino a raggiungere – nel complesso – 1,5 euro in più per pacchetto. La misura, che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2026, prevede un rialzo graduale delle accise, una delle componenti principali del prezzo finale insieme a Iva, ricavi dei produttori e margine dei rivenditori. L’impatto complessivo sui prezzi al consumo dipenderà comunque dalle politiche commerciali adottate dalle singole aziende del settore.

Come si forma il prezzo delle sigarette

Il prezzo finale di un pacchetto di sigarette in Italia è determinato principalmente dalla componente fiscale. Oggi l’accisa si compone di una quota fissa pari a 29,5 euro ogni 1.000 sigarette, e di una quota proporzionale (ad valorem) pari al 49,5% del prezzo di vendita al pubblico. A queste si aggiunge l’Iva, fissata al 22%. Nel prezzo finale rientra anche l’aggio del rivenditore, pari al 10% del prezzo di vendita. Il risultato è che oltre i due terzi del costo di un pacchetto finiscono nelle casse dello Stato, mentre una parte molto più ridotta resta ai produttori e ai tabaccai.

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