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«Il governo di estrema destra ha trasformato Ranucci in un bersaglio», Saviano all’attacco: «La democrazia è morta» – Il video

17 Ottobre 2025 - 14:56 Ugo Milano
Saviano punta il dito contro chi «ha fatto di Ranucci un bersaglio» e «diffama, apre dossier, massacra». L'accusa dopo la bomba esplosa davanti alla casa del conduttore di Report

«Quello che è accaduto a Sigfrido Ranucci è partorito con una lunga gestazione di delegittimazione e isolamento». E tutto riporta «chiaramente a questo governo di estrema destra e alla cultura social», in cui la discussione è scomparsa e si è ridotta a continui e insistenti attacchi. A poche ore dall’attentato contro il conduttore di Report, Roberto Saviano ha le idee ben chiare: «Chi colpisce un giornalista sotto scorta non sta cercando di fermare una persona, sta lanciando un avvertimento a tutti. L’attentato è il frutto di anni di campagne mediatiche costruite per isolare, infangare, distruggere civilmente chi osa indagare il potere».

Il governo e il rapporto con i giornalisti: «Massacro mediatico e diffamazione»

Tutto parte e finisce lì, il governo e i social media. Sul web «se non condivido defollowo», senza discutere. Questo governo, dice in un video social il giornalista, «se non condivide, ti toglie la trasmissione». Da anni, continua Saviano, «chiunque prenda posizione attraverso un’inchiesta, un’analisi, riceve un massacro mediatico personale, dossier, diffamazione, compromissione del proprio lavoro». Una situazione che accade solo quando il potere attacca i giornalisti: «Non può farlo, non può neanche chiedere al potere giudiziario di valutare ciò che sta dicendo un giornalista, perché sono elementi di grandissima sproporzione. La politica è potere, il giornalismo è un’altra cosa. A volte è sempre di più ufficio stampa del potere, altre volte invece è contropotere, è critica del potere». 

Il parallelismo con la sua esperienza: «I responsabili forse pagheranno»

La conseguenza per Saviano è automatica: «Quando sei bersagliato continuamente come persona, diventi davvero bersaglio. Non solo negli insulti su uno schermo, non solo nei dossier sulla tua vita privata, non solo in uno spazio dove cercano di ammazzare il tuo profilo civile». Il giornalista traccia poi un parallelismo con la sua personale esperienza: «A Ranucci la mia solidarietà e la consapevolezza che i responsabili pagheranno tra dieci anni se va bene. Io lo conosco bene, ci ho messo 17 anni per ottenere una sentenza contro il boss che mi ha portato via 20 anni di esistenza, forse di più». Il discorso si conclude con un discorso generale, che vale «a destra e a sinistra», contro il silenzio e la sordità della maggior parte delle persone: «La democrazia in tutto questo è morta e ne è prova la bomba che ha colpito è un uomo scortato». 

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