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Sonia Bruganelli, l’aborto, gli attacchi di panico, i disturbi alimentari: «Così i miei figli mi hanno salvato»

18 Ottobre 2025 - 06:35 Alba Romano
sonia bruganelli paolo bonolis
sonia bruganelli paolo bonolis
Nella sua autobiografia usa sette romanzi come spunto per raccontarsi. E poi parla dell'ex marito

Sonia Bruganelli ha scritto Solo quello che rimane, un’autobiografia edita da Sperling & Kupfer in uscita il 21 ottobre. Nel libro usa sette romanzi come spunti per raccontarsi. Un romanzo di Annie Ernaux, L’evento, serve a parlare di «un aborto che ho deciso a 24 anni quando stavo con Paolo da un anno e che ha condizionato tutta la nostra vita insieme. Da allora, per riprendermi quello che non avevo avuto la maturità di scegliere in quel momento, ho accumulato errori su errori. Essere madre era sempre stato il mio sogno. ». Paolo è l’ex marito Bonolis, che intanto sta registrando Avanti un altro su Canale 5, che lei stessa produce.

La separazione

I due si sono separati due anni fa. «Abitiamo vicini, le porte di casa sono una accanto all’altra. A volte mangiamo insieme, ci vogliamo bene», racconta Sonia. All’epoca lei era incinta e Bonolis le disse «Io non me la sento»: «Mi stavo laureando in Scienze della Comunicazione, ero fiera di mantenermi da sola grazie a lavori da modella e telepromozioni. È così che avevo conosciuto Paolo, che però aveva una sua ferita emotiva: era già papà, i due figli erano stati portati in America da piccoli e per lui era stato un lutto».

«Mi sono innamorata e mi sono gettata a capofitto in quella storia. La gravidanza non era cercata, ma avrei voluto che Paolo mi dicesse “che bello, questo bimbo è frutto del nostro amore”. Invece, non era pronto. L’ho capito, non l’ho accusato e, fra diventare madre senza di lui o avere lui, ho scelto lui. Ho creduto che, fatto l’intervento, sarebbe finita lì. Mi sbagliavo».

L’aborto e le conseguenze

«Invece, la rabbia per ciò che mi era stato tolto si è fatta sentire. Se Paolo mi parlava dei suoi figli, ero lacerata, pensavo che non mi considerasse abbastanza importante per giustificare un’altra sua paternità. Gli dicevo: zitto, mi ferisci. Era una situazione tossica. Ci siamo sposati perché ci amavamo, ma anche per un intreccio di altre ragioni». Poi è nata Silvia. «Sì, ma aveva una cardiopatia, è stata operata appena nata e ha avuto un’ipossia: non sapevamo che danni avrebbe avuto. È stato uno shock».

«Ho passato i primi mesi a letto, mentre mia madre si occupava di lei. Ero annichilita, distrutta dal senso di colpa. Pensavo: sono stata punita per aver rinunciato al mio primo bambino. Mi sono chiusa in me stessa: avevo fallito, non ero stata perfetta e mi vergognavo. Da allora, per anni, ho inseguito un ideale di maternità irrealizzabile. Abbiamo cercato subito un altro figlio. È nato Davide, poi Adele, ma mi sono scontrata col fatto che questo non rendeva la mia famiglia “normale”».

Il senso di colpa

Bruganelli dice oggi che «avrei dovuto fermarmi ed elaborare il dolore, invece, mi sono buttata nel lavoro e ho cercato successi che mi facessero apparire forte. Mi sono data allo shopping compulsivo. Mi sono atteggiata a stronza perché nessuno pensasse che soffrivo. Invece, avrei dovuto accogliere e metabolizzare la situazione di Silvia. Solo quando l’ho fatto la mia vita è cambiata».

È successo quando «un giorno, Silvia mi ha visto piangere mentre le mettevo il tutore, mi ha alzato il viso e mi ha chiesto: perché piangi? Ho capito che mi stava dicendo “io sono questa e sto bene così e, se sto male, è perché tu piangi”. Ho capito che, se il destino, le aveva tolto delle cose, io non potevo toglierne altre con la mia paura, il mio fastidio, la mia rabbia. Perché di rabbia ne ho avuta tanta. Ho capito che il problema di Silvia non era la sua malattia, ma io che non riuscivo a guardare mia figlia senza fare i conti con le mie proiezioni».

L’immagine della stronza

Bruganelli spiega: «Per me, l’immagine della stronza era più efficace rispetto a quella di una donna incapace di gestire la quotidianità. Ed essere una famiglia pubblica amplifica tutto: l’altra faccia della popolarità che ci ha dato benessere e libertà è che ti senti osservata e tutti credono di poterti giudicare».

Essere «la moglie di» può non essere solo piacevole: «Quando io e Paolo ci siamo fidanzati, ho scelto di lasciare la ribalta e lavorare dietro le quinte. Non volevo essere quella chiamata in tv solo perché sta con Bonolis e non volevo essere la moglie mantenuta. Ho messo a frutto la mia laurea, ho iniziato lavorando col manager di Paolo e, dalle fotocopie, sono passata a fare i casting, poi a produrre i programmi. Così, sono diventata “l’imprevedibile signora Bonolis”, quella da gestire. Poi, mi sono messa in proprio e dicevano che ero cara, perché ero un obolo da pagare per avere lui, il più amato. In realtà, ho assunto persone a tempo pieno, dato stabilità a intere famiglie».

Gli attacchi di panico

Quindi ci sono stati gli attacchi di panico: «Davide aveva sei anni. Ho voluto una vacanza a New York solo io, lui e Paolo, come una famiglia normale, senza tate e con Silvia a casa coi nonni. Invece, arriviamo e mi monta un’ansia inspiegabile. Non respiro, il cuore impazzisce, sono certa che sia un infarto. Il medico che mi visita lo esclude, mi dà dei tranquillanti, ma passo quattro giorni con un peso alla gola, il corpo bloccato. La verità, lo capisco solo ora, è che intuivo che fingersi una famiglia normale era un’illusione».

I disturbi alimentari

Poi sono arrivati anche i disturbi alimentari: «Volevo perdere i chili presi con la terza gravidanza, quindi, smetto di mangiare, divento anemica. Mi ha salvata Davide. Aveva dieci anni. Io ero chiusa in camera, dormivo tutto il giorno. Finché lui viene e mi dice: “Mamma, ma tu muori?”. Quella frase mi ha svegliata. Mi sono detta: non posso lasciarmi andare, ho dei figli. Finalmente, mi sono fatta aiutare. Sono stata dallo psichiatra, ho preso i farmaci, è stato un viaggio lungo».

I tradimenti di Sonia

Dopo l’annuncio della separazione c’è chi le ha attribuito dei tradimenti: «C’è stato qualcuno che, non sapendo com’era il mio rapporto con Paolo, ha pensato di potermi attaccare. Ma c’è stata una sola infedeltà e lontana nel tempo: prima della nascita di Adele». Ora c’è il nuovo compagno: il ballerino Angelo Madonia. «Maturo, vero. Lui è più giovane di me, ma per esperienza, è più grande. Ha due figlie da due madri diverse, ha vissuto in Cina, sa che i miei figli vengono prima di tutto».

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