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Niente missili e sanzioni e un accordo da trovare con Putin: come è andato davvero l’incontro tra Trump e Zelensky

18 Ottobre 2025 - 06:05 Alessandro D’Amato
trump zelensky incontro guerra russia ucraina missili tomahawk sanzioni
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Il dietro le quinte del faccia a faccia. Che si è «concluso bruscamente» dopo essere stato duro e teso. Gli europei perplessi per l'atteggiamento del presidente Usa

Un incontro «teso». In cui Donald Trump è stato «duro». E ha detto chiaramente che al momento non è intenzionato a fornire i Tomahawk all’Ucraina. A descrivere il dietro le quinte del faccia a faccia fra Trump e Volodymyr Zelensky è Axios. Il dialogo si è concluso bruscamente dopo due ore e mezza. «Penso che abbiamo finito. Vediamo cosa succede la prossima settimana», ha detto Trump. Riferendosi al suo prossimo faccia a faccia con Vladimir Putin a Budapest. Mentre gli europei presenti all’incontro sono rimasti perplessi per l’atteggiamento del presidente Usa.

Trump: Né sì né no

Nel corso del colloquio fra Zelensky e i leader europei il primo ministro britannico Keir Starmer ha proposto di collaborare con gli Stati Uniti per elaborare un piano di pace per l’Ucraina. Sulla falsariga del piano in 20 punti di Trump per Gaza, riporta Axios. Mettendo in evidenza che il segretario della Nato Mark Rutte ha proposto un’urgente chiamata di follow-up tra i consiglieri per la sicurezza nazionale europei nel fine settimana. Zelensky ha premuto con forza per i Tomahawk ma Trump non ha mostrato alcuna flessibilità. Anche se il presidente ucraino a NbcNews ha detto che il presidente «non ha detto no» all’invio dei missili che hanno una gittata in grado di colpire in profondità nel territorio russo. Precisando però che «non ha detto nemmeno di sì».

Trovate un accordo

Secondo l’agenzia di stampa Afp Trump ha esortato Zelensky a cessare le ostilità. «L’incontro con il presidente ucraino è stato molto interessante e cordiale, ma gli ho detto, come ho fortemente suggerito anche al presidente Putin, che era ora di fermare le uccisioni e trovare un ACCORDO», ha scritto in maiuscolo il tycoon su Truth. Secondo Trump i due belligeranti dovrebbero «fermarsi dove sono. Lasciate che entrambi cantino vittoria, che sia la storia a decidere. Basta sparatorie, basta morti». Poi ha detto anche ai giornalisti che «Ucraina e Russia dovrebbero fermarsi immediatamente all’attuale linea del fronte». «Rispettate la linea del fronte, ovunque essa sia, altrimenti diventerà troppo complicata», ha detto.

I Tomahawk e i droni ucraini

E ancora: Trump aveva già espresso le sue riserve su una potenziale consegna all’Ucraina di questi missili con una gittata di 1.600 chilometri, a cui Mosca è ovviamente contraria. Durante l’incontro con Trump, Zelensky ha proposto uno scambio tra i Tomahawk e «migliaia» di droni ucraini. Ma non ha convinto il presidente americano. Così come non lo hanno convinto le “mappe” dei potenziali obiettivi russi che Zelensky gli ha mostrato, secondo una fonte ucraina. «Il presidente Putin vuole porre fine alla guerra», ha detto Trump dopo la sua conversazione con il Cremlino.

Prendere tempo

Trump ha anche detto di ritenere «possibile» che Putin stia cercando di guadagnare tempo, in risposta a una domanda di un giornalista dell’AFP. Ma ha anche affermato: «Per tutta la vita, i migliori hanno cercato di fregarmi. E me la sono cavata davvero bene». La Russia, con l’avvicinarsi dell’inverno, sta intensificando gli attacchi alle infrastrutture energetiche nemiche. Venerdì 17 ottobre ha anche rivendicato la presa di tre villaggi ucraini. In questo contesto, la rinnovata vicinanza del presidente americano con Putin è motivo di preoccupazione a Kiev. Soprattutto perché Trump ha reso a Zelensky un resoconto molto positivo del suo incontro del giorno prima con la sua controparte russa.

L’Alaska e le sanzioni

Il suo ultimo vertice con Putin, il 15 agosto in Alaska, si è concluso senza alcuna concreta prospettiva di pace. Il presidente americano, tuttavia, non ha dato seguito alle sue minacce di pesanti sanzioni contro Mosca. Adesso Budapest sarà decisiva. Sempre che Trump non cambi idea un’altra volta.

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