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Brava Angelina, capolavoro di De Simone, che noia Irama. Male anche Gabry Ponte e Moise Kean prestato alla musica. Le recensioni

19 Ottobre 2025 - 14:51 Gabriele Fazio

Irama – Antologia della vita e della morte

Canzoni fiacche, appesantite dalla straordinaria capacità di Irama di non andare mai oltre lo stesso identico Irama di sempre. Non c’è evoluzione, non ci sono colori, non ci sono esplosioni, solo una vaga quadratura nei brani e sto vocione graffiato sul quale si appoggia forse convinto che basti e avanzi. I pezzi proposti ci dimostrano chiaramente che così non è, tant’è che l’ascolto di questo album, al netto di cosa ne penseranno i fans a prescindere, è di una noia mortale. Canzoni tra l’altro frutto, è evidente, di riunioni di condominio, intere squadre di calcetto impegnate su brani che poi alla fine comunicano ben poco, che non rappresenteranno clamorose deviazioni nelle vite di chi ascolta, tanto che ci si chiede: davvero questo brano è stato approvato da questa caterva di gente? A questo proposito, non capiamo nemmeno questo pomposo titolo, come se dentro il disco uno trovasse risposte, quando in realtà non ci troviamo nemmeno domande. Come se dentro ci si possa trovare chissà quale verità, mentre tutto è ammantato da una certa inspiegabile supponenza. Salviamo giusto Giulia, in cui finalmente troviamo un po’ di onestà, di semplicità, un brano diretto, meno presuntuoso, in cui la voce viene ben contestualizzata, senza essere necessariamente celebrata come l’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Per il resto parliamo di un album in cui non ci sono brani indimenticabili, anzi, abbiamo appena finito l’ascolto e in realtà ce li siamo già dimenticati tutti, resta solo in testa questa pronuncia sospirata e iperchiusa che ricorda vagamente un sardo di malumore e queste sonorità piatte e grigie. Bocciato.