Ultime notizie Delitto di GarlascoGazaLegge di bilancioPamela GeniniSigfrido Ranucci
ATTUALITÀGiovaniInchiesteMacerataMarcheViolenza sessualeViolenza sulle donne

«Non è stupro, lei sapeva cosa rischiava»: la sentenza del tribunale di Macerata che assolve un 25enne

21 Ottobre 2025 - 06:50 Alessandro D’Amato
macerata sentenza stupro lei sapeva cosa rischiava
macerata sentenza stupro lei sapeva cosa rischiava
Lei, straniera, si trovava in città per ragioni di studio. Secondo i giudici non aveva manifestato contrarietà ai rapporti

La ragazza di 17 anni che ha denunciato lo stupro «aveva già avuto rapporti». Ed era quindi «in condizione di immaginarsi i possibili sviluppi della situazione». Con questa motivazione i giudici del tribunale di Macerata hanno assolto un 31enne (all’epoca dei fatti ne aveva 25) dall’accusa di violenza sessuale nei confronti della ragazza. Che era straniera e si trovava a Macerata nell’estate del 2019 per motivi di studio. La storia la racconta oggi Il Messaggero.

La vicenda

La ragazza, scrivono i giudici, aveva «accettato la proposta dell’amica di un’uscita in quattro, in compagnia di due ragazzi italiani pressoché sconosciuti e di appartarsi in tarda serata in automobile in un luogo isolato e scarsamente illuminato». Lì la sua amica era scesa dall’automobile con l’altro ragazzo. Lei invece era rimasta con il 25enne. «Accettando di accomodarsi sul sedile posteriore e qui di scambiarsi effusioni amorose con lui». E «senza manifestare sino a quel momento alcuna contrarietà». Nonostante «fosse evidente a chiunque che fossero giunti in quel posto proprio a tale scopo».

La denuncia

La ragazza invece aveva denunciato la violenza sessuale perché si era opposta alla volontà dell’imputato di avere un rapporto. Lui si era messo sopra di lei bloccandole la spalla con una mano. E aveva abusato della ragazza. Di qui le «lesioni ecchimotiche giudicate guaribili in otto giorni» riportate nel capo di imputazione. Dopo il rapporto la ragazza era tornata a casa a piedi e aveva scritto a un’amica: «Io ho detto no ma è stato troppo forte rispetto a me, più forte di me». La madre dell’amica ha raccontato tutto a un’insegnante. Che il giorno dopo l’ha accompagnata a denunciare e a farsi visitare al pronto soccorso.

Le presunte lesioni

Il consulente del pm aveva confermato che i segni sulla spalla della ragazza potevano essere stati lasciati dalla mano dell’imputato. Ma la difesa aveva obiettato che si trattava soltanto di «lesioni provocate da un meccanismo di suzione». Tra i motivi di assoluzione dell’imputato i giudici hanno specificato che la 17enne «non aveva in alcun modo opposto resistenza, né invocato aiuto. Non aveva cercato di sottrarsi ad esempio aprendo la portiera posteriore, pur potendolo fare tranquillamente». Mentre il suo ripensamento «non è stato recepito dall’imputato se non, forse, al termine del breve rapporto, quando la ragazza aveva deciso di fare ritorno al residence da sola a piedi».

Conseguenze psicologiche

Il collegio non ha negato che la persona offesa «possa aver subito conseguenze sotto il profilo psicologico a seguito del rapporto che sicuramente non era avvenuto secondo le sue aspettative e forse in maniera troppo fugace e priva di tatto». Il pubblico ministero e le parti civili, assistite dall’avvocato Fabio Maria Galiani, hanno presentato appello. «La parte offesa ha sempre ribadito che non voleva avere in nessun modo un rapporto con l’imputato. Aveva provato a respingerlo anche dandogli un pugno ma non si poteva muovere», ha scritto il pm.

L’appello

Inoltre, sottolinea l’accusa, «le dichiarazioni dell’allora minore trovano puntuale riscontro in quelle rese dalle amiche e dall’insegnante». Che hanno testimoniato al processo e che «hanno avuto un contatto diretto con lei subito dopo il fatto». Riuardo al fatto che la 17enne non abbia urlato, il pm sostiene che sia un fatto «compatibile con la veloce immobilizzazione e il rapporto altrettanto veloce subito in stato di forte paura e di impotenza fisica». Oggi si terrà la prima udienza davanti alla Corte d’Appello di Ancona.

leggi anche