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«Annettiamo la Cisgiordania». L’ira di Netanyahu per il voto alla Knesset nel giorno di JD Vance: «Ma non siamo vassalli degli Usa»

22 Ottobre 2025 - 16:17 Simone Disegni
JD Vance Netanyahu Usa Israele
JD Vance Netanyahu Usa Israele
Dopo il premier il vicepresidente Usa vedrà anche il capo di stato maggiore dell'Idf: «Hamas, che osso duro». E da domani arriva anche Marco Rubio

Il Parlamento israeliano ha approvato oggi in un voto preliminare l’estensione della sovranità del Paese sulla Cisgiordania, vale a dire la sua annessione. La proposta, avanzata dal partito di estrema destra Noam, è passato oggi in lettura preliminare per il rotto della cuffia: 25 voti a favore, 24 contrari. Per essere approvato il disegno di legge dovrebbe passare tramite ben tre voti positivi in Aula. Ma il segnale politico è pesantissimo. Furibondo per la «fuga in avanti» a destra il premier Benjamin Netanyahu, che proprio in quel momento era impegnato ad incontrare il vicepresidente Usa JD Vance. Puro «trolling con l’obiettivo di danneggiare le nostre relazioni con gli Usa», ha tuonato il Likud, partito del premier, che aveva dato mandato ai suoi parlamentari di boicottare il voto di oggi. Nel piano Usa in 20 punti per il cessate il fuoco a Gaza la questione delle colonie in Cisgiordania viene per la verità sorvolata, e Donald Trump anche di recente ha evitato di chiarire la sua posizione su una possibile annessione israeliana. Ma è evidente che Netanyahu vuole evitare ad ogni costo di irritare il suo «super-alleato».

Il forcing della Casa Bianca su Israele

Di certo invece gli Stati Uniti stanno esercitando «massima pressione» su Israele perché rispetti lo stop alle ostilità a Gaza così che possa presto decollare la delicatissima fase 2 del piano. Dopo la visita di Trump per celebrare l’accordo, lunedì scorso, nelle scorse 48 ore sono tornati in Israele gli inviati Steve Witkoff e Jared Kushner – «architetti» dell’intesa con Hamas insieme a Egitto e Qatar. Da ieri c’è anche, per la prima volta, Vance, accolto con tutti gli onori nonostante (o proprio perché) sia considerato il membro meno malleabile dell’Amministrazione Usa. E da domani, si è appreso oggi, arriverà in Israele pure il segretario di Stato Marco Rubio. Ognuno degli inviati di alto livello della Casa Bianca nelle visite incontra Netanyahu e i ministri di più alto grado, com’è ovvio. Ma ha destato scalpore nella stessa Israele la notizia, secondo cui Vance domani incontrerà direttamente anche il capo di stato maggiore dell’Idf Eyal Zamir: un evento «estremamente raro» perfino per un presidente americano, nota il Jerusalem Post che dato per primo la notizia. Vance dovrebbe visitare anche al quartier generale dell’esercito, la Kirya, per vedere coi suoi occhi riprese aeree della Striscia di Gaza effettuate coi droni.

«Noi un protettorato Usa? Sciocchezze»

Sui media e tra le strade del Paese tiene banco così la questione del Bibisitting, neologismo coniato dal giornalista Anshel Pfeffer per indicare il presunto controllo che l’Amministrazione Trump starebbe esercitando in questa fase su Netanyahu perché non si lascia attrarre dalla calamita dell’estrema destra, che lo spinge a riprendere la guerra a Gaza – considerato il rifiuto di Hamas di consegnare le armi come prevedrebbe l’accordo firmato – oltre che ad annettere quanto prima la Cisgiordania. A sbottare parlando con la stampa al fianco di Vance è stato oggi lo stesso premier. Israele un protettorato americano? «Una pura sciocchezza – ha replicato Netanyahu – a decidere sulla nostra sicurezza siamo noi». «Non vogliamo uno Stato vassallo, ma un alleato», ha confermato dal canto suo Vance. Che ha però ribadito al premier e agli altri interlocutori incontrati l’obiettivo prioritario di rispettare il cessate il fuoco e il prosieguo del piano che deve portare alla ricostruzione di Gaza. Certo, ha riconosciuto, «dobbiamo anche assicurare che Hamas non ponga più una minaccia per Israele: non è facile, ma siamo impegnati per questo e continueremo a lavorarci», anche «con i nostri amici nel mondo arabo che stanno mettendosi a disposizione per giocare un ruolo positivo in questo».

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