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Giulio Regeni, sospeso il processo a carico degli 007 egiziani: gli atti passano alla Corte Costituzionale

23 Ottobre 2025 - 16:26 Ugo Milano
giulio regeni testimone delta
giulio regeni testimone delta
I giudici hanno accolto la richiesta della difesa. La parola sta ora alla Consulta, chiamata a giudicare questioni di costituzionalità relative al diritto di difesa

La giustizia per Giulio Regeni dovrà aspettare ancora. A dieci anni dalla morte del ricercatore italiano un nuovo stop ferma il processo e rimanda gli atti alla Corte Costituzionale. La sospensione è dovuta a un risvolto tecnico: saranno da valutare questioni di costituzionalità relative al diritto di difesa, in particolare alla possibilità di offrire consulenti tecnici agli imputati che già usufruiscono del gratuito patrocinio, anche se assenti o nascosti, con una liquidazione anticipata da parte dall’Erario. I giudici della prima corte d’Assise di Roma hanno accolto la richiesta ritenendola «non manifestamente infondata» e «rilevante» al fine della definizione del giudizio.

Il processo per la morte di Giulio Regeni

Dopo lunghe indagini svolte senza la collaborazione del governo egiziano, era finalmente cominciato il processo a carico di Usham Helmi, del generale Sabir Tariq e dei colonnelli Athar Kamel Mohamed Ibrahim Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, accusati di aver sequestrato, torturato e ucciso Giulio Regeni, il cui corpo è stato ritrovato nel febbraio del 2016 in Egitto. Per portarli in giudizio, i magistrati di Roma e la Consulta avevano di fatto modificato le norme, per consentire alla giustizia italiana di andare avanti. Prima infatti la legge non prevedeva che gli imputati assenti potessero essere giudicati.

La richiesta degli imputati

Ora però il processo incappa in una nuova sosta. La corte di Roma ha accolto la richiesta della difesa di rivolgersi alla Consulta per stabilire se gli imputati possano ricorrere a consulenti tecnici a spese anticipate dallo Stato. L’avvocato Tranquillo Sarno, uno dei difensori dei quattro egiziani, ha commentato così: «Siamo molto soddisfatti della decisione della Corte d’Assise che ha accolto la nostra richiesta. La Corte Costituzionale nella sua prima sentenza ha creato la figura dell’imputato formalmente assente ma nei fatti irreperibile. Ciò ha comportato una stortura del sistema che su questo, come su molti altri aspetti, non può che sollevare sospetti di violazione del diritto di difesa».

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