Marie Kondo, la guru del decluttering sbarca in Italia: «Staccatevi dai social almeno per il caffé»

«Anch’io sono un essere umano e, quando sono stanca, non cucino. Quando sono molto stanca, e vedo il caos che regna in casa, faccio finta di niente e vado a dormire». Parola di Marie Kondo, la regina del decluttering, colei che del mettere in ordine e liberarsi del superfluo ha fatto un’arte. Attraverso il metodo KonMari, raccontato oltre che in una serie Netflix in diversi libri che definire di economia domestica è riduttivo, l’autrice giapponese ha cercato di spiegare al mondo come avere la casa o l’armadio perfetti ci aiuti a essere più in pace con noi stessi. Ora però è tempo di fare un passo oltre: il senso lo ha spiegato la stessa Kondo, che ha fatto tappa a Milano nel tour mondiale per la promozione del suo nuovo libro, Lettera dal Giappone.
Un libro per guidare all’armonia raccontando il Giappone
L’argomento del nuovo libro, scritto con la connazionale Marie IIda, sono i sei principi guida per trovare l’armonia. Ma l’idea nasce molto più lontano, dal desiderio profondo di raccontare il suo Paese natale. Dai suoi ricordi del Giappone, Kondo trae prima di tutto l’insegnamento di fermarsi ogni tanto, fare una pausa dal ritmo frenetico che ciascuno di noi segue nelle proprie giornate. «Lo chiamo “Ma”. È quello spazio, quella dimensione spazio-temporale che ci dobbiamo ritagliare. Una crepa nelle corse quotidiane, anche in Giappone corriamo sempre. Siamo bombardati di informazioni e di stimoli ma abbiamo bisogno di questo momento, di questa fessura, che può durare un quarto d’ora, pochi minuti al giorno».
Dal kintsugi alla cerimonia del tè
Di crepe Kondo si intende da tempo, più precisamente da quando ha cominciato a studiare il kintsugi, l’arte giapponese di riparare gli oggetti esaltandone le “ferite”, una tradizione dall’importante valore simbolico. Così come la cerimonia del tè, nella quale la scrittrice trova grande ispirazione per vivere la quotidianità. «La mia esperienza con le cerimonie del tè inizia al liceo, quando facevo parte del Tea Club», racconta al Corriere della Sera. «Il nostro era un livello elementare, ma ho imparato che ciascun movimento deve essere assaporato, compiuto con consapevolezza, perché ogni gesto della cerimonia del tè ha un significato, è stato perfezionato e trasmesso di generazione in generazione. Bere il tè è all’apparenza molto semplice, ma se lo assapori davvero, inizi a prestare attenzione a tante cose».
L’invito di Marie Kondo
Il suggerimento di vivere i piccoli momenti del presente con consapevolezza è uno dei fili conduttori del nuovo libro. Anche nel suo intervento a Milano, Kondo, per fare un esempio pratico, ha invitato a non guardare troppo i social, a non farsi distrarre da niente durante il nostro italianissimo rito, quello del caffè. «Spegnete il cervello, ogni tanto», raccomanda l’autrice. E per quanto possa sembrarci strano, dal suo punto di vista il racconto della cultura giapponese e l’arte del riordino non sono poi così distanti, anzi contribuiscono a un’evoluzione personale, a capire in che fase della vita si è per poi tendere alla perfezione. Non a caso, insieme ad apprezzare, porre attenzione, assaporare, purificare e armonizzare, il sesto principio descritto nel nuovo libro di Kondo è proprio perfezionare.
