Primo live X Factor 2025, eliminati i Copper Jitters, brava Delia, ma troppi complimenti dai giudici. Le pagelle

Entra nel vivo la 19esima edizione di X Factor, la versione italiana ovviamente, l’unica a resistere nel mondo, dove ormai questo format è un lontanissimo ricordo. Seconda stagione con Giorgia al timone mentre la tavola della giuria ospita un volto nuovo, Francesco Gabbani (voto 5) che per il debutto ha scelto un completo color fiocco di benvenuto per un maschietto, auguri. Non un grande esordio, specie per chi occupa la poltrona del giudice severo, che fu di Morgan, Elio, Agnelli, mentre lui, complice l’indiscussa signorilità, dispensa complimenti e amore come se non ci fosse un domani. Stessa sindrome che ha colto Jake La Furia (voto 5), stasera in versione manager di un lottatore di wrestling; Paola Iezzi (voto 6), vestita come la cameriera in una puntata della Signora in Giallo, infatti ad una certa tira fuori pure i pasticcini. E anche Achille Lauro (6), che spinge un po’ troppo l’acceleratore della sportività e non fa altro che dire ai concorrenti degli altri che gli avrebbe fatto piacere lavorare con loro, ma almeno prova a modo suo a fare show, a produrre trama.
Quanti complimenti, troppi complimenti
Insopportabile il mood dei giudizi: complimenti smistati anche dinanzi evidenti limiti, errori macroscopici e brani decapitati. Sembra che X Factor non capisca il potenziale di X Factor, il motivo per cui chi sta sul divano decide di sintonizzarsi. Qualcuno, è chiaro, si appassiona perché uno show con un ottimo ritmo in cui si ascolta piacevolmente della musica. Ma tutti sperano nella stroncatura, non per sadismo (non solo perlomeno) ma perché fondamentalmente vogliono assistere ad una serie di sbrilluccicanti provini di dilettanti che forse (forse) celano un certo talento, il famoso percorso, l’infiammata strada per il successo. Se tutti vengono trattati da artisti consumati, acclamati come imperatori romani, se tutti passano il provino, il provino non è più un provino, si interrompe qualcosa nella drammaturgia dello show, la situazione perde di credibilità e la noia prende prepotentemente il sopravvento. Insomma, serve che scorra sangue su quel palco.
EroCaddeo – …E penso a te – Voto: 6
Partendo dal presupposto che assegnare un brano di Lucio Battisti è una follia, il ragazzo ne propone una versione minimal, comunque appassionata, moderna ma senza indecenti stravolgimenti, quanto basta per ricordarci che oggi è oggi e ieri è ieri. Compitino fatto.
Rob – You Oughta Know – Voto: 5
Un buon karaoke, nulla di più. Il brano è un capolavoro manifesto dello stile inimitabile di Alanis Morissette. Inimitabile, appunto. La produzione mortifica i punti forti del brano, l’esplosione nel ritornello era molto debole e lei, più che una professionista, sul palco sembra una ragazzina con la spazzola in mano nella sua cameretta.
Tellynonpiangere – La musica non c’è – Voto: 4,5
Tutto sbagliato, dalla scelta di un pezzo che vive dello “scazzo” stiloso di Coez all’esibizione al limite dell’amatoriale, condita da troppe incertezze. Il ragazzo ha paura di essere “memato”, ma un meme al momento sembra l’unico modo per farsi conoscere.
Amanda – Wrecking Ball – Voto: 7,5
Esibizione da autentica popstar, che poi è quello che ci aspettiamo dallo show. Grande presenza, voce sicura, ottime idee in fase di produzione. Non si è trattato di un momento catartico nelle vite dei telespettatori, immaginiamo, ma perlomeno abbiamo intravisto del talento. Noi, perché invece il pubblico la manda al ballottaggio.
Viscardi – Yes I Know my way / Chill’è nu buon guaglione – Voto: 7
Se lo show offerto vale è perché quello di Pino Daniele è un pezzo gigantesco che sembra essere stato scritto tra vent’anni. Viscardi, che ricorda vagamente Gomez Addams, ci mette in mezzo anche il suo inedito Chill’è nu buon guaglione, che si è fatto ascoltare. Il ragazzo si muove con sicurezza e ottima fotta, come chi ha aspettato da tempo quel momento e l’intenzione ora è di spaccare tutto. Ora, spaccare tutto no, ma diciamo che c’ha ammaccati ben bene.
Layana – Gli uomini non cambiano – Voto: 5,5
Gli uomini non cambiano è un’assegnazione del tutto ruffiana, un tale classico che l’effetto karaoke è dietro l’angolo. Nella prima parte Layana se la cava, al momento del ritornello, quando manca quel graffio della voce di Mia Martini, crolla tutto, non ne vuoi sapere più nulla, è un addendo che cambia il risultato finale. Esibizione corretta ma fredda.
Delia – Signor Tenente / Brucia la terra – Voto: 8,5
Anche se è venuta a mancare la potentissima forza evocativa della narrazione di Signor Tenente, tutto viene esaltato da una splendida interpretazione di Brucia la terra, uno strappo di pezzo che lascia una cicatrice profonda in ogni singolo orecchio. Delia la fa esplodere, forte di un’onestà intensa e coinvolgente, trascinandoci fuori da uno studio televisivo e, per quanto riguarda la musica, non può esserci risultato migliore.
Michelle – En e Xanax – Voto: 4,5
L’esibizione si può dividere in due parti. La prima, in cui si perde completamente il racconto tra una stonatura e un’altra, è sbagliata. La seconda, che prevede una folle ed insensata esplosione dance sul finale, è semplicemente offensiva. In generale è evaporata l’intimità del brano, quello slalom tra le storture di una storia d’amore, quelle immagini così forti e precise. Tutto, tutto, tutto sbagliato.
Tomasi – Lucciole – Voto: 5
I brani di Blanco sono molto complessi, è impossibile portarli nel mondo delle normali ballad emozionali, perché le più interessanti sfumature di quei brani finiscono per svanire. Ed è quello che è successo a Tomasi, ragazzo evidentemente acerbo, rimasto schiacciato dallo stile di un altro artista, fino al punto che, ha ragione Paola Iezzi, non si capisce granché nemmeno del testo. Non che l’esibizione fosse senza energia, ma non basta nemmeno lontanamente.
Copper Jitters – Tutti Frutti – Voto: 7
La forza di questa esibizione è che funziona benissimo sotto le luci stroboscopiche del palco ultracool di X Factor e ugualmente in un clubbaccio di provincia con le assi ammorbidite dalla birra. Il pezzo è talmente generico che vai forte per forza, quasi impossibile sbagliarlo, altra scelta ruffiana di Achille Lauro. In generale, a ridosso della mezzanotte, i ragazzi ci danno una svegliata. Ma non convincono il pubblico sul divano che li manda prima al ballottaggio e poi a casa. Avremmo preferito rivederli.
Mayu – Tutti – Voto: 5
Spara a salve Mayu, ma non avrebbe potuto far di più che, come ha fatto, omaggiare un pezzo straordinario di uno dei nuovi grandi cantautori italiani, Calcutta. Un autore che trova la sua forza nel cavare poesia dalla vita di tutti i giorni, la leggerezza eterea da teen drama di Mayu c’azzecca pochissimo e fa diventare Tutti una normale ballad, la vodka acqua fresca.
PierC – Rocket Man (I Think It’s Going To Be A Long Long Time) – Voto: 8
La sensazione è di trovarsi davanti a un professionista molto ben preparato, un talento autentico, di carattere. Uno che, per dire, canta molto molto molto bene un grande classico come Rocket Man senza stuzzicare alcuna particolare emozione e lasciare comunque tutti contenti. Da tenere d’occhio.
