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L’Ue batte un colpo sulle terre rare: «Basta dipendenza dalla Cina». Ecco come funzionerà il piano «RESourceEU»

25 Ottobre 2025 - 14:27 Gianluca Brambilla
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L'annuncio di von der Leyen da Berlino: «L'Europa deve lottare per la propria indipendenza. Ora uniti come sui vaccini al tempo del Covid»

Si chiamerà «RESourceEU» la nuova iniziativa dell’Unione europea per ridurre la dipendenza dalla Cina e risolvere il problema della scarsità di terre rare. L’annuncio è arrivato direttamente da Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, dal palco del Forum 2025 Berlin Global Dialogue. «Oltre il 90% del nostro consumo di magneti delle terre rare proviene dalle importazioni dalla Cina. Questo rappresenta un rischio per l’Europa e i suoi settori industriali più strategici», ha ricordato la politica tedesca.

Cosa sono e a cosa servono le terre rare

Con l’espressione “terre rare” ci si riferisce a un gruppo di 17 elementi della tavola periodica, diventati fondamentali per l’industria elettronica, aerospaziale, militare e per le cosiddette clean tech, ossia le tecnologie della transizione verde, come turbine eoliche e auto elettriche. Al contrario di quanto potrebbe suggerire il nome, non si tratta di materiali effettivamente rari. Nella crosta terrestre, a dirla tutta, ce ne sono in abbondanza, ma i giacimenti sono difficili da trovare e la loro estrazione è complessa e molto costosa. A dominare il mercato è la Cina, che gestisce circa il 70% dell’estrazione mondiale di terre rare e il 90% della lavorazione e raffinazione. Di recente, Pechino ha stretto le maglie dei controlli sull’esportazione di materie prime, creando scompiglio tra le imprese americane ed europee.

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Dopo il gas, tocca alle materie prime

Per uscire da questa impasse, la Commissione europea è al lavoro su un’iniziativa, svelata oggi per la prima volta da von der Leyen, ribattezzata «RESourceEU». Si tratta di una strategia che ricalca grossomodo un’altro piano di azione, il «REPowerEU», lanciato da Bruxelles all’indomani della guerra in Ucraina per ridurre drasticamente la dipendenza dell’Europa dal gas russo. In quel caso, i piani della Commissione si sono rivelati un parziale successo, con le importazioni che sono crollate e si azzereranno entro la fine del 2027. «Che si tratti di energia o materie prime, difesa o digitale, l’Europa deve lottare per la propria indipendenza. Abbiamo imparato questa lezione dolorosamente con l’energia, non la ripeteremo con le materie prime critiche», ha incalzato von der Leyen.

Nel caso delle terre rare il percorso potrebbe rivelarsi ben più complesso di quanto accaduto con il gas, ma la direzione tracciata da Bruxelles è la stessa: garantire l’accesso a fonti alternative di materie prime per rilanciare l’industria europea. E per quanto riguarda la stretta sulle esportazioni imposta dalla Cina, von der Leyen ha aggiunto: «Ci stiamo concentrando sulla ricerca di soluzioni con le nostre controparti cinesi, ma siamo pronti a utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per rispondere, se necessario. Collaboreremo con i nostri partner del G7 per una risposta coordinata, ma dobbiamo anche considerare questa come una sfida strutturale. La nostra risposta deve essere all’altezza dei rischi che affrontiamo in questo settore».

I fornitori alternativi di terre rare su cui punta l’Ue

A prescindere da come finirà la trattativa diplomatica con Pechino, l’Ue è al lavoro per diversificare i propri fornitori di terre rare. «Siamo in trattative con l’India e vogliamo concluderle entro la fine dell’anno. Stiamo facendo progressi con Filippine, Thailandia, Malesia, Emirati Arabi Uniti e altri Paesi. Queste nuove partnership – ha sottolineato la presidente della Commissione Ue – apriranno mercati emergenti, rafforzeranno la sicurezza economica ed eviteranno punti di strozzatura nelle nostre catene di approvvigionamento. Il punto è che l’Europa deve usare il suo peso geoeconomico a proprio vantaggio e per perseguire i propri interessi».

«Uniti come sui vaccini al tempo del Covid»

Dopo l’annuncio di von der Leyen, è il commissario europeo all’Industria, il francese Stéphane Séjourné, a rivelare qualche dettaglio in più sulla strategia di Bruxelles. Il piano «RESourceEU» prevedrà l’incremento della produzione di terre rare in Europa, la diversificazione delle importazioni e la protezione delle catene del valore. Si prevede, inoltre, un centro congiunto di acquisto e stoccaggio strategico per le materie prime essenziali, ispirato al modello giapponese. Perché questa strategia possa vedere la luce, occorre però che tutti i governi appoggino il piano della Commissione europea. Ed è per questo che, fin da ora, Séjourné lancia un appello all’unità: «Ciò che abbiamo fatto per la salute con il vaccino contro il Covid possiamo farlo per la nostra sicurezza economica e nazionale con le materie prime».

Foto copertina: EPA/Olivier Hoslet | Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea

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