Una scuola di Roma si rifiuta di far entrare la psicologa di uno studente autistico da due mesi. La diffida del padre e la lettera a Valditara

Nella scuola superiore Einstein-Bachelet di Roma, da quasi due mesi, alla psicologa che segue un ragazzo autistico di 15 anni viene negato l’ingresso. Dopo settimane di richieste rimaste senza esito, il padre dell’adolescente ha inviato una diffida formale alla preside e alle autorità competenti, denunciando una violazione del diritto all’inclusione e una discriminazione indiretta ai sensi della Legge 67/2006. «Un vero e proprio calvario», così la famiglia definisce il rapporto con l’istituto del figlio. «La scuola è iniziata a metà settembre, siamo a fine ottobre e ancora siamo costretti, quasi quotidianamente, a scrivere, telefonare, inviare documenti, moduli e assicurazioni per ottenere un’autorizzazione che la legge già garantisce», denuncia il padre del ragazzo.
L’appello della famiglia: «Ha il sostegno solo 3 ore al giorno»
A rendere la situazione ancora più difficile, le sole 15 ore di sostegno settimanali «che permettono al giovane di frequentare appena tre ore al giorno». Decisamente pochi, secondo il padre del 15enne. E precisa: «Già all’inizio hanno cercato di scoraggiarmi dall’iscriverlo, parlando di problemi di spazio, come se mio figlio non fosse il benvenuto». Secondo la famiglia, l’istituto avrebbe più volte bloccato l’accesso della psicologa, il cui ingresso è pensato dalla famiglia per favorire la collaborazione con i docenti e sostenere il percorso educativo del ragazzo. «Questo è il contributo della scuola: costringerci a combattere in labirinti burocratici ridicoli. Le famiglie come la mia sono lasciate sole, e la scuola, invece di essere un aiuto, diventa un ostacolo. Conosco genitori che hanno ritirato i figli perché non ce la facevano più», denuncia il genitore.
Per questo, oltre alla diffida, lancia un appello anche al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: «Gli alunni con disabilità devono avere la priorità, non rappresentare un peso». Dall’Istituto Einstein-Bachelet, per ora, nessuna replica ufficiale.
Come vengono decise le ore di sostegno
Il numero di ore di sostegno per ciascun alunno con disabilità non è deciso individualmente dal dirigente scolastico o dall’insegnante di sostegno, ma viene proposto dal Gruppo di Lavoro Operativo (il cosiddetto Glo) all’interno del Piano Educativo Individualizzato (Pei), che viene realizzato sulla base delle esigenze di ogni alunno.
Il Glo, che è composto da docenti, famiglia, operatori sanitari e altre figure esperte, elabora il piano indicando le risorse necessarie per l’inclusione, tra cui le ore di sostegno didattico e l’assistenza all’autonomia e alla comunicazione. Successivamente, il dirigente scolastico raccoglie tutte le proposte formulate dal gruppo della scuola e le trasmette all’Ufficio Scolastico Regionale, che ha la competenza di assegnare le risorse effettive in base all’organico disponibile.
