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Lo sciopero dei farmacisti il 6 novembre: perché si fermano oltre 60mila lavoratori dipendenti

28 Ottobre 2025 - 22:51 Ugo Milano
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Inutili le trattative tra sindacati e Federfarma sul rinnovo del contratto scaduto da oltre un anno

«Siamo un punto di riferimento per milioni di cittadini. È tempo che il contratto riconosca questa realtà». È con queste parole che i farmacisti di tutta Italia hanno annunciato uno sciopero della loro attività il prossimo 6 novembre. A incrociare le braccia saranno i circa 60 mila dipendenti delle farmacie private, che con il loro stop daranno seguito alla richiesta avanzata dai sindacati di categoria, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, affinché Federfarma, l’associazione che rappresenta i titolari delle farmacie private, riveda il contratto di lavoro scaduto il 31 agosto 2024. In Italia le farmacie private sono circa 18 mila, con una media di 3-4 dipendenti ciascuna.

I contrasti tra Federfarma e i sindacati

Le sigle di categorie hanno decretato lo sciopero dopo che Federfarma ha sospeso in modo unilaterale le trattative per il rinnovo del contratto, cancellando l’ultimo incontro, previsto per lo scorso 9 ottobre. L’associazione dei titolari ha difeso le proprie ragioni adducendo «mancata disponibilità al dialogo» da parte dei sindacati, che a loro volta hanno rimarcato che «l’unico vero muro è quello datoriale». Nella pratica, l’unica misura di cui si sia davvero discusso finora, un aumento in busta paga di 180 euro lordi messi sul tavolo da Federfarma, non è stato giudicato sufficiente dall’altra parte in causa, che ha chiesto 360 euro e una revisione complessiva delle tutele contrattuali.

Stipendi non sufficienti per il costo della vita

Secondo le federazioni sindacali, Federfarma continuerebbe a mostrarsi «indisponibile a riconoscere alle lavoratrici ed ai lavoratori dipendenti dai propri associati incrementi retributivi e soluzioni normative in linea con l’aumento del costo della vita, rispondenti alle caratteristiche professionali degli stessi e confacenti al contesto lavorativo nel quale operano». In questa prospettiva, continuano le sigle, lo sciopero sarebbe inevitabile, perché i lavoratori meritano «un contratto che riconosca la loro professionalità e il ruolo che svolgono ogni giorno al servizio della salute pubblica».

Uno sciopero per riconoscere l’importanza della categoria

Arrivato dopo mesi di assemblee e mobilitazioni, lo sciopero del 6 novembre prevede l’astensione dei farmacisti per l’intero turno di lavoro, con apertura delle farmacie solo nelle fasce di garanzia. A detta dei sindacati la protesta non è solo economica, ma riguarda il riconoscimento di un ruolo professionale che non è solo quello di un dipendente dietro un banco. Le responsabilità, ribadiscono i sindacati, «non sono più quelle di vent’anni fa», perché oggi al farmacista si richiede anche di impegnarsi nella consulenza, nella prevenzione e nel monitoraggio dei pazienti.

Foto copertina: ANSA/Andrea Fasani