Sinner trova un alleato in Briatore: «In Italia ti vogliono bene solo se sei un miserabile». E su Spalletti: «Non mi piace, ma spero si tatui la Juve»
 
				
«Accade a chiunque abbia successo. In Italia per essere benvoluto devi essere un miserabile». La pioggia di critiche contro Jannik Sinner, bersagliato per il suo no alla Coppa Davis e per il trito e ritrito tema della residenza fiscale a Montecarlo, non ha di certo sorpreso Flavio Briatore. A margine dell’inaugurazione ufficiale del suo ristorante Crazy Pizza a Torino, l’imprenditore ha difeso a spada tratta il tennista azzurro che con lui ha in comune proprio la residenza nel paradiso fiscale sul Mediterraneo: «Sinner è un campione straordinario, ma invece di supportarlo, viene criticato».
Il tifo di Briatore per Sinner: «Ho chiesto di contattarlo»
«Il tennis di adesso è noioso, pieno di colpi forti. Puoi anche perdere», ha spezzato così una lancia a favore dell’azzurro, reduce da mesi claudicanti soprattutto nelle sfide contro Carlos Alcaraz. Ma Briatore non nasconde la sua ammirazione per l’altoatesino: «Ho chiesto al mio manager di contattare Sinner, è pazzesco. Ma non posso restare per vederlo (alle Atp Finals, ndr), ho appuntamenti di lavoro in Brasile e a Las Vegas». Il riferimento è alle prossime due gare di Formula 1.
La nuova Juve di Spalletti: «Lui non mi piace, ma spero si tatui la Juve sul braccio»
Dal tennis ai motori per approdare al grande evento torinese di ieri, l’ufficialità di Luciano Spalletti alla Juventus: «A me Spalletti non piace, perché ne ho il ricordo della Nazionale. Col Napoli però ha vinto lo scudetto e si è fatto il tatuaggio. Adesso si tatui la Juve sull’altro braccio», lo ha esortato da grande tifoso juventino. Nonostante le dure critiche alla attuale dirigenza, un futuro da proprietario della Juve è però fuori discussione: «Sono super impegnato in Formula 1 con l’Alpine. E ho già avuto una squadra di calcio (i Queens Park Ranger, ndr). L’avevo riportato in Premier League».
L’investimento a Torino e l’invidia degli italiani: «Perdonano tutto, non il successo»
Ma il fulcro dell’evento è ovviamente l’apertura del 23esimo ristorante Crazy Pizza, il terzo in Italia dopo quelli di Milano e Roma. Per il locale a due pazzi da piazza Castello e il personale Briatore ha sborsato oltre 1,2 milioni di euro. «Perché Torino? Perché no? Non capisco lo stupore. Manco da quarant’anni da questa città, è molto bella, ha tantissime cose. Perché non dovrebbe essere pronta? Forse dovrebbe solo valorizzare un po’ di più le sue capacità». Sul ristorante, invece: «La creatività di un imprenditore è quella di creare posti di lavoro e noi creiamo opportunità. Anche se il problema che abbiamo in Italia è che si perdona tutto tranne il successo, e questo succede a chiunque». Si veda Sinner.

 
                 
                