La Torre dei Conti e il maxi restauro da 6,9 milioni. L’urgenza nei lavori, la relazione catastrofica sulle sue condizioni: storia di un progetto non rinviabile
				
Doveva diventare un polo museale e culturale, con tanto di caffetteria panoramica, locali e sala conferenze la Torre dei Conti, il monumento medievale crollato durante alcuni lavori di restauro ai Fori Imperiali, Roma. L’edificio era da diverse settimane nel progetto di riqualificazione finanziato con i fondi del Pnrr o meglio nell’ambito della Next Generation EU per grandi eventi turistici. Lavori che ammontano a 6,9 milioni di euro, questo il costo complessivo della riqualificazione dell’immobile all’interno del programma “Caput Mundi”.
Le stanze vuote da anni e senza manutenzione: la natura aveva preso il sopravvento
Un impiego oneroso, perché la torre a Largo Corrado Ricci da anni era in condizioni critiche. Dal 2006 era vuota, senza più gli uffici pubblici che ospitava, inutilizzata e senza manutenzione. Lo descrive, senza sconti, la relazione tecnica pubblicata sul sito del Campidoglio, che parla di «paramento murario esterno» con «estesi e diffusi fenomeni di decoesione degli elementi costruttivi, che ha favorito in diversi punti lo sviluppo di vegetazione spontanea». Piante, queste, che con le loro radici aggravavano la «decoesione con distacco di materiali».
«All’interno, inoltre, si registra uno stato di generale fatiscenza», sottolinea il comune di Roma. «In particolare, si segnalano: il crollo di alcuni controsoffitti moderni; l’ammaloramento degli infissi di tutte le finestre e porte; danni alle pitture che decorano la parte inferiore delle rampe delle scale e alcuni ambienti», riporta la relazione. E ancora: «All’ultimo piano della Torre due ambienti posti in corrispondenza dell’angolo nord-occidentale hanno subito in anni recenti infiltrazioni causate dal continuo ristagno di acqua al livello della sovrastante terrazza, a seguito del distacco della guaina di protezione del pavimento della stessa. La guaina della terrazza è stata rinnovata nel novembre 2019 mentre il solaio e le pareti danneggiate dalle percolazioni non sono stati sanati. L’esedra del Templum Pacis/Cripta dell’Ardito, pur versando in uno stato di abbandono, non presenta danni apparenti».
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I lavori che non si possono rimandare, proprio per la provenienza dei fondi Pnrr e i target da conseguire
Nel restauro conservativo era prevista la creazione di un centro servizi e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Ed è stata anche una corsa contro il tempo. Lo intima Roma Capitale stessa quando con una determina dirigenziale affida determina dirigenziale il 22 maggio 2025 fa un «affidamento diretto per dei Servizi di Verifica della progettazione esecutiva». Perché per il «conseguimento dei target e delle milestone fissati dalla Decisione del Consiglio Europeo Ecofin 645 dell’8 luglio 2021 e dal Decreto del MEF 6 agosto 2021 è necessario ultimare la fase di progettazione in tempi tali da consentire l’avvio dei lavori in linea con i cronoprogrammi prefissati, unendo ottimizzazione delle tempistiche e semplificazione delle procedure, garantendo nel contempo il corretto e sicuro svolgimento del servizio». La Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali ha assicurato che le indagini preventive sull’immobile ne garantivano la sicurezza: «Prima dell’avvio delle opere sono state effettuate indagini strutturali, prove di carico e carotaggi per verificare l’idoneità statica della struttura, che avevano attestato le condizioni di sicurezza necessarie per procedere agli interventi sui solai».
