Ultime notizie AccoltellamentiDonald TrumpJannik SinnerRomaUcraina
ESTERICaliforniaDonald TrumpNew YorkShutdownUSAZohran Mamdani

Non solo Mamdani. Dalla California al New Jersey l’election day è una batosta per Trump: «Colpa dello shutdown»

05 Novembre 2025 - 10:02 Bruno Gaetani
mamdani-batosta-trump
mamdani-batosta-trump
I democratici hanno vinto molte delle competizioni chiave, ma ora inizia la resa dei conti tra l'ala moderata e quella più radicale del partito

Ha un sapore amaro il primo test elettorale per Donald Trump a un anno dalla sua seconda elezione alla Casa Bianca. All’election day del 4 novembre, i democratici hanno strappato alcune vittorie importanti e per certi versi inattese, sfruttando la crescente impopolarità del presidente americano e delle sue politiche. Al di là dell’elezione del socialista Zohran Mamdani a nuovo sindaco di New York, i dem sono riusciti a strappare altre due vittorie fondamentali, eleggendo le prime due donne governatrici in New Jersey e in Virginia. Nel primo caso, confermandosi alla guida dello Stato, nel secondo strappando il controllo ai repubblicani.

Le vittorie dem oltre a Mamdani

Accanto alla rapida crescita dell’ala più radicale del partito, dimostrata dal trionfo di Mamdani a New York, i democratici hanno dimostrato di saper vincere anche con candidati moderati. La 46enne Abigail Spanberger, ex operativa della Cia, ha strappato ai repubblicani la leadership della Virginia, diventando la prima donna governatrice dello stato, con un’altra donna come vice: Ghazala Hashmi, senatrice statale di origine indiana. Il partito ha fatto la storia mantenendo, inoltre, la guida del New Jersey, grazie alla vittoria della 53enne deputata “Mikie” Sherrill, che diventa la prima governatrice donna del ‘Garden State’.

Ha battuto l’uomo d’affari italo-americano Giacchino Michael “Jack” Ciattarelli, 64 anni, che aveva ricevuto l’endorsement di Trump. I democratici hanno ottenuto una vittoria considerata cruciale anche in California, dove la maggioranza degli elettori ha approvato una nuova mappa elettorale della Camera, che dovrebbe consegnare più seggi ai dem e sottrarne ai repubblicani. «Che serata per il Partito Democratico. Siamo orgogliosi, qui in California, di far parte di questa narrazione stasera», ha esultato il governatore Gavin Newsom.

La batosta per Trump

Trump ha pubblicato un post su Truth in cui non riconosce direttamente la sconfitta, ma prova a suggerirne una lettura. «Il fatto che Trump non fosse sulla scheda elettorale e lo shutdown sono stati i due motivi per cui i repubblicani hanno perso le elezioni stasera», scrive il tycoon citando non meglio precisati sondaggisti.

La resa dei conti fra i dem

Ma per quanto le vittorie di stanotte segnino una sconfitta per Trump, anche fra i democratici la situazione non è del tutto tranquilla. La vittoria di Mamdani, in particolare, riaccende la rivalità fra l’ala più radicale del partito e quella centrista. Nei giorni scorsi, la quasi totalità dell’establishment del partito si era rifiutato di appoggiare apertamente la candidatura del giovane aspirante sindaco socialista. E anche dopo la sua vittoria, l’aria non è cambiata. L’elezione di Mamdani è «uno dei più grandi sconvolgimenti politici della storia moderna americana», ha sentenziato il senatore Bernie Sanders, figura di riferimento dei socialisti democratici.

Foto copertina: EPA/Sarah Yenesel | Zohran Mamdani, futuro sindaco di New York City

leggi anche