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Le mani di Orbán sul primo tabloid d’Ungheria. Così il premier prova a frenare il crollo nei sondaggi (a sei mesi dal voto)

05 Novembre 2025 - 17:39 Simone Disegni
Viktor Orban
Viktor Orban
Blikk, primo giornale del Paese, venduto al gruppo filogovernativo Indamedia. Il leader dell'opposizione Magyar: «Vogliono distruggere la stampa per evitare la sconfitta»

 Di Viktor Orbán conosciamo i toni spavaldi con cui attacca a giorni alterna le istituzioni Ue, il volto fiero con cui sfila a fianco dei suoi alleati preferiti in Europa e non solo: Giorgia Meloni a Roma, Donald Trump negli Usa, da ieri in poi anche Andrej Babiš in Repubblica Ceca. La verità però è che sul fronte interno Orbán è ben più fragile di quanto si pensi. In primavera l’Ungheria torna al voto e dopo 16 anni ininterrottamente al potere il leader magiaro rischia seriamente di vedersi sconfitto. I sondaggi danno infatti nettamente in testa il partito Tisza guidata da Péter Magyar, un ex alleato di Orbán che lo scorso anno gli ha voltato le spalle lasciando Fidesz e dando vita alla nuova formazione, d’impronta liberale ma lontana da ogni «tentazione» di sinistra che Orbán avrebbe facilità ad attaccare. Gli ultimi sondaggi danno il Tisza (sigla per “Partito del Rispetto e della Libertà”) avanti 48% a 37% sul Fidesz. Si spiega forse anche così l’ultima iniziativa che ha colpito il sistema mediatico del Paese, negli anni già pesantemente intimidito o portato «sotto controllo» dal governo. Nei giorni scorsi infatti Blikk, il tabloid più letto del Paese, è stato acquistato dal gruppo Indamedia, considerato molto vicino al premier.

L’ultimo sondaggio in vista delle elezioni in Ungheria del centro ZRI (4 novembre 2025)

Ufficialmente il gruppo svizzero Ringier dice di aver venduto le sue attività in Ungheria – oltre a Blikk ne fa parte anche l’edizione locale di Glamour – per pure «considerazioni economiche strategiche». E Indamedia s’assesta su un linguaggio altrettanto tecnico sottolineando semplicemente di aver così rilevato un gruppo «con forti posizioni di mercato e brand di successo nel panorama mediatico ungherese». Ma per l’opposizione così come per gli stessi giornalisti del tabloid il senso politico dell’operazione è fin troppo evidente. Blikk, che per il focus sul gossip e i titoli «sparati» ricorda un po’ il modello della Bild tedesca o di The Sun nel Regno Unito, s’è imposto da anni come primo portale d’informazione per gli ungheresi. E proprio per quell’impronta, spiega la studiosa Ágnes Urbán al Guardian, il suo bacino di lettori (tre milioni al mese sul sito, primo in edicola) è cruciale per Fidesz. Indamedia è controllata al 50% da Miklós Vaszily, un imprenditore pro-Orbán che guida già un canale tv privato filogovernativo, TV2. Il direttore Ivan Zsolt Nagy ha rassegnato le dimissioni subito dopo aver saputo del cambio di proprietà ed è già stato rimpiazzato da Balázs Kolossváry. Tra chi rimane (forse), serpeggia lo sconcerto: «Ho avuto quasi un infarto quando ho saputo. Per me è moralmente inaccettabile», ha detto un giornalista di Blikk alla testata britannica. Caustico il leader dell’opposizione Magyar: «Orbán e i suoi temono talmente tanto una sconfitta elettorale che ormai non si preoccupano nemmeno più delle apparenze e spendono centinaia di miliardi di fondi pubblici in propaganda e per distruggere la stampa indipendente».

Foto di copertina: Ansa/Epa – Radek Pietruszka

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