Diego Della Palma ha programmato la sua morte: «Un medico ha preparato la dose, sarò da solo»

Diego della Palma ha scritto il libro “Alfabeto emotivo” per Baldini+Castoldi. E dice che i suoi sono «appunti di chi si accinge a lasciare la vita». Costumista, truccatore e conduttore tv, vive a Padova e il suo ultimo spettacolo teatrale si chiama Perché no. Oggi parla della sua storia con il Corriere della Sera. Partendo dalla sua morte: «Se devo essere sincero ho già organizzato tutto. Con un avvocato e un notaio». E ancora: «Non voglio assolutamente affrontare il numero 80 — pausa, ci guarda fisso negli occhi —. Non voglio! Ho conosciuto la malinconia e il dolore, mai la tristezza. Oggi sono leggero, quasi felice. Beato. E senza alcuna paura. Ho deciso».
Il numero 80
Della Palma dice che comincia a sentire «che alzarmi dalla sedia, al cinema o a teatro, diventa una piccola umiliazione: traballo. Devo cambiare le mutande due volte al giorno. La mente non è più quella di prima. È vita? Ho salvato i miei genitori malati dalla miseria, per quanto potevo. Ma io, come affronto il finale? Ho quattro soldi che mi permetteranno qualche sorriso; ma la vittoria sarà solo se potrò andarmene a modo mio. Ho un orgoglio: non voglio dipendere da Curia, Stato, politici, correnti». Dice di aver già programmato tutto: «Mi aiuterà un medico: mi ha preparato un composto. Sarò da solo, in un luogo del cuore, all’estero. L’ultimo mese è tutto deciso. Prima trascorrerò un momento meraviglioso: mangerò bene, un buon vino. Non mi ubriaco mai, ma so che dopo, per andarsene, ci vuole niente. Ho architettato una situazione non teatrale, non plateale: riservata, tranquilla. Me ne andrò gioiosamente. Quello che mi è stato preparato è velocissimo: due, tre minuti».
La figlia mai avuta
E ancora: «Non voglio avvisare nessuno, sarebbe un’ulteriore richiesta di accettazione. Ho già perdonato tutti. Anche i due compagni che ho amato e che oggi non permettono nemmeno che li nomini. Capisce? In ogni caso io, qui, non ho più né fidanzati, né fratelli, né figli». Avrebbe voluto una figlia: «Un maschio no, una femmina sì; mi manca. Gli uomini mi hanno deluso. Salvo una categoria: i maschi perbene, con coscienza, candore, giustizia, lo sguardo che ancora si stupisce. Ma a 75 anni dico con certezza: la stima per la donna è incomparabile».
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L’orgia
Ha raggiunto il suo apice, dice, con «un’orgia con diciannove persone in un abbaino a Venezia, Campo San Luca: nove donne (tre etero), dieci uomini (cinque etero). Un amico, Marcello — bellissimo, ebbe una relazione con Zeffirelli — organizzò la serata in un bar. “Staremo stretti”, mi disse. “Meglio, risposi”. La vigna stretta dà uva più dolce». Uscirà anche dai social: «Esco dai social. Ho preparato cinque post per annunciare l’addio. Perderò seimila euro al mese di sponsorizzazioni, ma ormai mi sento inadeguato di fronte alle bugie». E rivela cosa gli resta di prezioso: «In un portafoglio colorato, i capelli di mia mamma ventenne. Poi una foto che mi ritrae da bambino, dopo la malattia, con i pugnetti chiusi, dietro a due ragazzini ricchi che venivano in vacanza sulle montagne, che neanche mi guardavano. In quello scatto c’è tutto quello che ero e che sarei diventato».
