Garlasco, trovato Dna riconducibile a Sempio sotto un’unghia di Chiara Poggi: «È un contatto diretto da difesa, esclusa la contaminazione»

Sotto un’unghia della mano destra di Chiara Poggi, probabilmente quella del mignolo, sarebbe stato ritrovato un quantitativo elevato di Dna maschile, attribuibile ad Andrea Sempio, oggi indagato nel nuovo filone di inchiesta per il delitto di Garlasco. È quanto è stato rivelato nell’ultima puntata della trasmissione Ore 14 Sera condotta da Milo Infante su Rai2. Il profilo genetico, riferisce il programma, non solo sarebbe attribuibile ad Andrea Sempio – un amico del fratello della vittima – ma indicherebbe anche un contatto diretto «da difesa» e non da semplice contaminazione ambientale. Si tratterebbe della cosiddetta prova MDX5.
Il Dna trovato sotto l’unghia
Il Ris di Parma, analizzando i frammenti, avrebbe individuato la presenza di Dna maschile subungueale nella provetta relativa alla mano destra, presumibilmente al mignolo. Si tratterebbe, secondo la trasmissione, di un materiale genetico in quantità significativa e non compatibile con una semplice contaminazione ambientale, ma con un contatto diretto da difesa. Cosa che, se confermata, potrebbe riaprire la discussione sulla dinamica dell’omicidio. Nella prima autopsia, infatti, il medico legale Marco Ballardini aveva concluso che Chiara non avesse avuto il tempo di difendersi: la giovane sarebbe stata colpita da un oggetto contundente metallico e sarebbe morta quasi subito. Una versione che stride con quanto emerso. Con l’ipotesi di un contatto diretto tra la mano della vittima e il suo aggressore, si apre uno scenario alternativo. E cioè che la vittima potrebbe aver cercato di respingere l’assalitore, graffiandolo o afferrandolo.
November 7, 2025
Il giallo delle unghie
Va anche detto che durante le prime indagini immediatamente dopo il delitto, furono commessi diversi errori. Tra questi anche una procedura di conservazione delle unghie della vittima a dir poco grossolana. Le unghie di Chiara Poggi vennero, infatti, tagliate e suddivise in due provette: una per la mano sinistra e una per la destra, e non una per ciascun dito. Cosa che è stata fatta in seguito e che ha reso complessa la successiva identificazione. Inoltre, una delle unghie – quella del mignolo sinistro – sarebbe andata perduta, riducendo il numero delle provette a nove invece delle dieci previste.
La nuova consulenza di Cristina Cattaneo
Per chiarire i dubbi, gli inquirenti hanno incaricato l’anatomopatologa Cristina Cattaneo di condurre una nuova consulenza tecnica. La specialista dovrà riesaminare sia le cause della morte sia la dinamica dell’aggressione, analizzando anche il luogo del delitto e i rilievi dell’autopsia originale. L’obiettivo è quello di indagare se la vittima possa effettivamente avere tentato di difendersi e se questo possa modificare la ricostruzione temporale e fattuale del delitto.
