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Perù, lo studio che risolve (forse) il mistero della montagna con le buche: un mercato agricolo o un sistema per pagare le tasse

10 Novembre 2025 - 23:54 Ugo Milano
perù monte sierpe
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Esami di laboratorio e droni su Monte Sierpe, in Perù, hanno portato a due ipotesi. Potrebbero essere vere entrambe

Per anni gli scienziati si sono interrogati sull’origine delle circa 5.200 buche che punteggiano una fascia di 1,5 chilometri lungo il Monte Sierpe, nella valle di Pisco, in Perù. A partire dagli anni Trenta, quando la “Banda dei Buchi” è stata resa pubblica, sono state avanzate numerose spiegazioni del fenomeno, ma nessuna di queste ha mai davvero risolto il mistero dietro al Monte Sierpe, chiamato anche “Collina del vaiolo” proprio per la sua superficie “butterata”. Ora un nuovo studio pubblicato sulla rivista Antiquity da un team di ricerca internazionale – guidato da scienziati australiani della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Sydney e dell’Australian Museum Research Institute e coordinato dal dottor Jacob L. Bongers – potrebbe forse essere arrivato a una risposta definitiva.

Un mercato precolombiano

Le buche hanno un diametro di circa 1-2 metri e sono profonde fino a 1 metro. Analizzando in laboratorio del materiale prelevato dal fondo dei buchi, i ricercatori hanno scoperto la presenza di polline di mais e resti di varie piante come graminacee (orzo e grano) e cucurbitacee (il gruppo a cui appartengono zucche e zucchine). Sono stati trovati anche salice, giunco e canne, che all’epoca venivano utilizzati per creare i cesti. Questi residui hanno fatto propendere gli scienziati verso l’ipotesi di un mercato, i cui commercianti avrebbero usato le buche per depositare le loro merci. A giudicare dalla datazione delle tracce esaminate, il mercato avrebbe avuto luogo tra il 1320 e il 1405 dopo Cristo, quindi prima dell’avvento degli Inca nella regione.

Un khipu inca su larga scala

Gli esiti delle analisi di laboratorio sono poi stati collegati con i risultati delle indagini condotte con i droni, grazie ai quali gli scienziati hanno potuto mappare nel dettaglio l’intera area, superando l’ostacolo della nebbia che spesso rende difficili le osservazioni aeree in quella zona. Con queste nuove immagini i ricercatori hanno potuto ritrovare, nella disposizione dei buchi, degli schemi ordinati, con una struttura simile al khipu degli Inca, uno strumento di cordicelle annodate usato per operazioni di contabilità. Alla prima ipotesi se ne è dunque aggiunta una seconda, cioè che con l’ascesa degli Inca quello che in origine era un mercato sia stato trasformato in luogo per la riscossione delle tasse, che sarebbero state lasciate proprio all’interno dei buchi.

Da mercato a sistema di contabilità

«Sappiamo che la popolazione pre-ispanica qui era di circa 100.000 persone», osserva Bongers. «Forse commercianti itineranti (mercanti marittimi e carovane di lama), specialisti (agricoltori e pescatori) e altri si riunivano nel sito per scambiare beni locali come mais e cotone». Ma poi il luogo si sarebbe trasformato e questo è un aspetto ancora più interessante: «Considero questi buchi come una sorta di tecnologia sociale che ha unito le persone e che in seguito è diventata un sistema di contabilità su larga scala durante l’Impero Inca», ha concluso.

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