Ultime notizie Atp FinalsDelitto di GarlascoDonald TrumpReport
ESTERIDonald TrumpJeffrey EpsteinNew YorkProstituzioneSfruttamentoUSA

È Virginia Giuffre la donna con cui Trump trascorse ore in casa di Epstein: «Sapeva delle ragazze». Il lavoro nella spa in Florida e l’inganno del finanziere

12 Novembre 2025 - 18:24 Filippo di Chio
donald trump jeffrey epstein virginia giuffre
donald trump jeffrey epstein virginia giuffre
Il Daily Mail e Axios hanno rivelato il nome nascosto nelle mail del finanziere. Giuffre nel suo memoir ha detto di non essere mai stata maltrattata dal tycoon, anzi di aver riposto in lui molta fiducia per ricevere giustizia

È Virginia Giuffre la giovane ragazza con cui Donald Trump avrebbe trascorso diverse ore nella casa di Jeffrey Epstein. È il Daily Mail a rivelare chi ci fosse dietro a quel rettangolo nero con la scritta «victim» che ne nascondeva il nome nelle email inedite rese pubbliche da un gruppo di democratici della Camera americana. La donna, morta suicida lo scorso aprile in Australia, è la più nota delle vittime di quella rete di sfruttamento e prostituzione minorile che il finanziere pedofilo, morto anche lui suicida in carcere nel 2019, ha gestito per anni. Mettendolo al servizio degli uomini più illustri e ricchi del pianeta, dallo stesso Trump al principe Andrea, che per questo motivo si è visto strappare il titolo reale dal fratello re Carlo III.

La mail che inguaia Trump e la posizione di Giuffre sul tycoon

«Voglio che tu capisca che quel cane che non ha abbaiato è Trump… Virigna (evidente errore di battitura, ndr) ha trascorso ore a casa mia con lui, ma lui non è mai stato menzionato una volta. Capo della polizia, ecc. Sono lì al 75%». È questo il testo di una mail che Epstein invia alla collaboratrice Ghislaine Maxwell, ancora dietro le sbarre, il 2 aprile 2011. Maxwelle risponde: «Ci ho pensato…». La sensazione che traspare è che i due abbiano in mano qualcosa di grosso, che potrebbe distruggere qualunque alta ambizione del futuro due volte presidente americano. Virginia Giuffre, nel suo libro-confessione Nobody’s girl, ha però negato di aver subito da Trump qualunque tipo di comportamento «sbagliato» o inopportuno. Anzi scrive di lui come di un uomo sempre cortese, spiegando di esserne stata una fan e di aver sperato che, una volta diventato presidente, potesse contribuire a rivelare i nomi dei veri responsabili degli abusi.

L’arrivo di Giuffre alla corte di Trump e il primo contatto con Epstein

Il legame tra Virginia Giuffre e Donald Trump risale a ben prima del reclutamento forzato della giovane tra le «ragazze di Epstein». Nel 2000, quando Giuffre aveva solo 16 anni, il tycoon l’aveva assunta nella sua mega villa di Mar-a-Lago, in Florida, come inserviente della spa. Un lavoro che era un’ancora di salvataggio per la ragazza, da mesi costretta dal ricco immobiliarista Ron Eppinger a lavorare come prostituta. Ma il breve periodo di pace era finito quando a Mar-a-Lago era arrivata Ghislaine Maxwell, che aveva promesso alla giovanissima di avverare il suo sogno – diventare massaggiatrice professionista – e l’a’aveva strappata dalla corte di Trump per trasformarla in una schiava sessuale.

La corrispondenza con Wolff: «Trump sapeva, ha detto a Ghislaine di smetterla»

Oltre allo scambio di email tra Epstein e la collaboratrice, sono state pubblicate altre due mail in cui il finanziere si scrive con l’autore e giornalista Micheal Wolff. In una, datata gennaio 2019, Jeffrey Epstein parla dell’espulsione dal club di Mar-a-Lago da parte di Donald Trump: «Trump ha detto di avermi chiesto di dimettermi. Ma io non sono un membro… E ovviamente lui sapeva delle ragazze, perché ha chiesto a Ghislaine di smetterla». Stando a quanto ha raccontato Trump più volte, avrebbe allontanato dalla sua reggia in Florida il finanziere perché «un pervertito» che aveva «rubato» le giovani che lavoravano nella sua spa, tra cui Virginia Giuffre.

Epstein e il primo dibattito presidenziale di Trump: «Ti sarà in debito»

Wolff ha registrato oltre cento ore di conversazione con Epstein, tra il 2014 e il 2019 circa. Nel 2015 scrive proprio al finanziere, parlando del dibattito presidenziale che si sarebbe tenuto il giorno dopo sulla rete Cnn. «Ho sentito che la Cnn ha intenzione di chiedere a Trump stasera del suo rapporto con te», scrive Wolff. «Penso che dovresti lasciare che si freghi da solo. Se dice di non essere salito sull’aereo o di non essere andato a casa tua, allora questo ti dà una preziosa opportunità di migliorare la tua apparenza pubblica e guadagnare “moneta politica”. Puoi metterlo all’angolo in un modo che potenzialmente generi un vantaggio positivo per te oppure, se sembra davvero che possa vincere, potresti salvarlo generando un suo debito nei tuoi confronti», scrive l’autore. Che poi ammette: «È possibile che, quando glielo chiederanno, lui dirà che Jeffrey è un bravo ragazzo, che è stato trattato male ed è vittima del politicamente corretto, che dovrebbe essere messo al bando in un regime Trump».

leggi anche