Garante della Privacy, un nuovo caso: la Asl abruzzese graziata dopo l’attacco hacker. E quei 130mila euro all’ex studio di Scorza

A maggio 2023 un attacco hacker ha svelato i dati sanitari di 6.800 pazienti, per un totale di 389 gigabyte smistati nel dark web. Una violazione subita dall’Asl de L’Aquila su cui sono partite indagini e reclami al Garante della Privacy. Ma, secondo quanto ricostruito da Repubblica, l’azienda sanitaria abruzzese per difendersi spende 5mila euro per un avvocato e poi altri 130.000 per lo studio E-Lex di Roma, specializzato in diritto dell’informatica e privacy e fondato da Guido Scorza, uno dei membri del collegio del Garante.
La segnalazione
A far emergere la vicenda è stato un altro legale, l’avvocato Simone Aliprandi, che lo ha segnalato anche ad Anac e Corte dei Conti. L’accusa è di aver violato la norma sul conflitto d’interessi, una nuova tegola dopo le denunce di Report e dei giornali. All’interno dello studio romano, sottolinea il quotidiano, lavorano ancora la moglie di Scorza e un altro avvocato vicino al presidente della commissione Pasquale Stanzione. Alla fine, grazie al team legale, la l’Asl per quella vicenda riceverà solo un ammonimento perché «ha cooperato ben oltre l’obbligo di legge».
I legami denunciati nell’esposto
Secondo Aliprandi ci sarebbe «duplice spesa non giustificata». E nella segnalazione aggiunge: «E-Lex vanta una particolare vicinanza con due dei quattro membri del collegio». Perché l’avvocato Ernesto Belisario, che ha firmato l’offerta all’Asl, ha fondato lo studio legale con Scorza, anche se ques’ultimo ha ribadito a Repubblica di aver interrotto ogni rapporto quando è stato eletto al Garante. Secondo Aliprandi non è così. Scorza avrebbe partecipato a eventi organizzati dagli ex colleghi, anche recentemente. Ed è il marito dell’avvocato Maria Grazia Capolupo, che in E-Lex è responsabile del contenzioso civile. Inoltre un altro fondatore dello studio, l’avvocato Giovanni Maria Riccio, è allievo della scuola di dottorato all’Università di Salerno coordinata dal professor Pasquale Stanzione, presidente del collegio del Garante, e dalla moglie, la professoressa Gabriella Autorino. Legami che si aggiungono alla «famiglia accademica» presente in rappresentanza anche tra i funzionari del Garante.
La difesa di Scorza: «Mi sono astenuto»
Scorza sostiene di essersi astenuto sul caso abruzzese. «Gli uffici avevano proposto una sanzione di 5.000 euro e il collegio, all’unanimità, ha deciso di ammonire il titolare del trattamento anziché infliggere una sanzione poco più che simbolica. Non solo il conflitto di interessi non c’è stato perché non ho partecipato al voto ma non sarebbe, comunque, stato determinante neppure se avessi partecipato», ha sottolineato in sua difesa.
Il precedente torinese
La questione rischia di diventare spinosa. Perché, sottolinea il quotidiano, non sarebbe la prima volta che dentro un’azienda sanitaria locale spuntano presunti legami con l’Authority. Un altro caso coinvolge un altro membro, Agostino Ghiglia e un’azienda sanitaria della provincia di Torino. Nel corso di un’intercettazione, ricostruisce La Repubblica, la dirigente sanitaria indagata parla dell’interesse del Garante su una violazione della privacy provocata da una segretaria disattenta. Un errore umano , su pazienti fragili, che all’azienda torinese può costare anche svariate migliaia di euro. Lei assicura che ne parlerà con il «cugino Ago», ovvero Ghiglia. Il provvedimento sanzionatorio arriva: una «multa da 5.000 euro».
La nota dello studio legale E-Lex
Lo Studio legale E-Lex precisa quanto segue:
«La ASL si è rivolta allo Studio in occasione di un attacco informatico di cui è stata vittima nel maggio 2023 per ricevere supporto inizialmente nelle attività di notifica e comunicazione agli interessati, successivamente nell’ispezione disposta dall’Autorità nel 2024 e poi nel relativo procedimento sanzionatorio. Come si vede, l’incarico è evidentemente precedente al procedimento sanzionatorio.
L’importo effettivamente corrisposto allo Studio non corrisponde a quello riferito nell’articolo, che rappresenta il massimo previsto in fase di conferimento dell’incarico: si tratta di una cifra molto minore, ossia circa 74 mila euro oltre accessori, che peraltro include il corrispettivo destinato alla consulenza degli esperti informatici.
L’avv. Scorza ha esercitato recesso dallo Studio dal momento della sua nomina presso l’Autorità Garante, oltre 5 anni fa. Lo stesso avv. Scorza ha pubblicamente dichiarato di essersi astenuto nei casi in cui dagli atti risultava il coinvolgimento dello Studio per motivi di opportunità.
Ogni allusione a presunti favoritismi di cui avrebbe beneficiato lo Studio – che ha operato nel rispetto delle norme vigenti – risulta lesiva della professionalità di tutti i suoi avvocati.
Con riferimento alla collega Capolupo, si fa presente che si tratta di professionista di comprovata competenza ed esperienza, che collabora con lo Studio dal 2014 e non si è mai occupata di procedimenti o questioni connesse alla protezione dei dati personali né di procedimenti dinanzi all’Autorità Garante.
Rispetto alle illazioni relative al prof. Riccio, si evidenzia che lo stesso ha avuto rapporti esclusivamente accademici con il prof. Stanzione, in anni anteriori alla sua presidenza dell’Autorità».
