Garlasco, i battibecchi tra il legale di Venditti e la procura sulla corruzione dell’ex pm: «Attacchi sopra le righe». «Ipocriti, gli avete distrutto la reputazione»

Se già il clima intorno a Garlasco e alla doppia indagine parallela era diventato bollente, ora rasenta l’incandescenza. I fari questa volta non sono però puntati su Andrea Sempio, indagato per l’omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007, ma sull’ex sostituto procuratore di Pavia Mario Venditti, accusato di essere stato corrotto dal padre di Sempio per garantire l’archiviazione della sua posizione nel 2017. O meglio, a fare la voce grossa è il legale di Venditti, Domenico Aiello, che è stato prontamente richiamato all’ordine e alla compostezza dalla procura di Brescia ma che non ha resistito a rispondere contrattaccando nuovamente i magistrati titolari dell’inchiesta.
Il primo affondo: «Pm? Atteggiamento farisaico»
Il battibecco è nato ieri, venerdì 14 novembre, quando per la seconda volta il difensore Domenico Aiello si è recato davanti al tribunale del riesame per chiedere il dissequestro dei dispositivi informatici di Venditti su cui gli inquirenti hanno messo le mani. In aula i pm non si sono presentati, scatenando la pronta reazione dell’avvocato dell’ex procuratore: «Hanno tenuto un atteggiamento farisaico», li ha apostrofati. «Non sono comparsi in aula nonostante si discutesse un riesame contro un loro ex collega».
Il comunicato stampa delle procure: «Chiediamo continenza e rispetto»
La risposta della procura, in forma ufficiale, è arrivata sotto forma di comunicato stampa firmato anche dal procuratore generale di Brescia Guido Rispoli: «I recenti attacchi sopra le righe mossi da un difensore nei confronti di un’indagine di grande rilevanza mediatica ripropongono la questione del deragliamento del processo penale su altri ed impropri terreni», si legge. «Per il magistrato del pubblico ministero vige il divieto, disciplinariamente sanzionato, di qualunque esternazione sulle indagini da egli condotte. Restiamo convinti che il riserbo debba accompagnare l’attività del pubblico ministero, anche per salvaguardare la presunzione di non colpevolezza dell’indagato, ma siamo altrettanto convinti che la continenza e il rispetto per il contraddittore debbano ispirare la condotta di ogni parte processuale».
Aiello ribatte: «Riserbo? Avete distrutto la reputazione di Venditti a reti unificate»
Non è mancata la replica di Aiello, che ha bollato le accuse rivolte al suo assistito Venditti come «falsità e approssimazioni» incanalate in una «aggressione senza precedenti di un ex magistrato incensurato con 44 anni di specchiata carriera, e non proprio nelle ovattate retrovie». Il legale ha ribadito la sua richiesta: «Sarebbero state gradite delle scuse. Lealtà, rispetto e trasparenza lo avrebbero suggerito». Scuse per cosa? Aiello ha ricordato come, il 26 settembre quando uscì su tutti i giornali la notizia dell’indagine a carico dell’ex magistrato, lui non era ancora giunto alla casa di Venditti mentre veniva perquisita: «Il dovere di lealtà, probità e soprattutto riserbo… sottoscrivo volentieri ogni invito al riserbo… sono canoni che vanno sempre rispettati. La reputazione di Venditti era stata distrutta a reti unificate, altro che riserbo». Una situazione molto tesa, in attesa dei prossimi passi giudiziari.
