Donald Trump cambia (ancora) idea: «Pubblicate gli Epstein Files»

Donald Trump cambia idea. E adesso vuole la pubblicazione degli Epstein Files. «I repubblicani dovrebbero votare per la pubblicazione dei documenti Epstein. Perché non abbiamo nulla da nascondere. Ed è tempo di voltare pagina rispetto a questa bufala dei democratici portata avanti solo distrarre dal successo dei repubblicani», è lo status pubblicato sul suo social network Truth. La decisione arriva dopo la rivolta della base Maga per l’opposizione di Fbi e Dipartimento di Giustizia alla pubblicazione dei documenti del miliardario pedofilo. E dopo i crolli nei sondaggi sul gradimento del presidente. Già che c’è, Trump torna ad attaccare Marjorie Taylor Green. Che lo aveva accusato di insabbiare il dossier.
Trump e gli Epstein Files
«Il Dipartimento di Giustizia ha già reso pubbliche decine di migliaia di pagine di Epstein e sta guardando a vari democratici (Bill Clinton, Reid Hoffman, Larry Summers) e ai loro rapporti con Epstein», ha premesso Trump che negli ultimi tempi ha tentato di convogliare l’attenzione sui rapporti tra Epstein e l’élite Dem.« La commissione di sorveglianza della Camera può avere tutto quello che legalmente le spetta, non mi interessa. Quello che mi interessa è che i repubblicani tornino a concentrarsi sull’economia», ha aggiunto il presidente. Che poi è tornato a ribadire i «successi» ottenuti dalla sua amministrazione sul fronte dell’«inflazione, del taglio delle tasse, del mettere in sicurezza il confine e nel deportate i criminali illegali. Parliamo degli obiettivi raggiunti dai repubblicani e non cadiamo nella trappola di Epstein, che è una maledizione per i democratici non per noi», ha concluso il presidente Usa.
Gli attacchi a Marjorie Taylor Greene
Trump ha anche attaccato ferocemente la deputata repubblicana Marjorie Taylor Greene. Che aveva detto di essere in pericolo dopo il suo addio a Trump. Greene ha dichiarato sabato che le critiche online di Trump avevano scatenato un’ondata di minacce nei suoi confronti. Domenica mattina, ha dichiarato alla CNN che l’appellativo di traditrice usato da Trump era la parte «più offensiva» delle sue dichiarazioni. Trump ha ripetuto la parola subito dopo. «Marjorie ‘Traditrice’ Greene», l’ha definita. «Non credo che la sua vita sia in pericolo… Non credo che a nessuno importi di lei», ha detto il presidente ai giornalisti prima di salire a bordo dell’Air Force One domenica sera per tornare a Washington, D.C. dal suo club di Mar-a-Lago in Florida.
Ti potrebbe interessare
Taylor Greene e gli Epstein Files
Greene, membro della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti proveniente dalla Georgia, da tempo nota per essere una fedele sostenitrice di Trump, ha recentemente assunto posizioni contrastanti con il presidente. Sabato ha dichiarato di essere stata contattata da società di sicurezza private che la mettevano in guardia sulla sua sicurezza e che i duri attacchi contro di lei in precedenza avevano portato a minacce di morte. Ha attribuito la sua rottura con il presidente al suo sostegno alla pubblicazione di documenti relativi a Epstein. Greene è stata una dei quattro repubblicani della Camera che si sono uniti ai Democratici nel firmare una petizione per imporre un voto sulla pubblicazione di tutti i documenti del Dipartimento di Giustizia relativi agli Epstein Files.
Trump e la frattura con il Maga
La drammatica rottura tra due alleati di lunga data suggerisce una frattura più profonda all’interno della base repubblicana di Trump. E solleva interrogativi sulla stabilità del suo sostegno all’estrema destra dello spettro ideologico. Trump ha rotto con Greene venerdì sera in un post sui social media in cui si riferiva a Greene come «pazza» e «pazza scatenata». Ha continuato a criticarla con altri post sui social media durante il fine settimana, definendola una “deputata leggera”, una “traditrice” e una “vergogna” per il Partito Repubblicano. Il presidente ha anche scritto che gli elettori conservatori del distretto di Greene potrebbero prendere in considerazione una sfidante alle primarie e che avrebbe sostenuto il candidato giusto contro di lei alle elezioni del Congresso del prossimo anno.
«Zitto, porcellino»
Durante il fine settimana, Trump ha respinto con insistenza le domande dei giornalisti sulla pubblicazione degli Epstein Files. Riflettendo il suo rapporto spesso conflittuale con i media, a un certo punto ha detto «zitto, zitto porcellino» in risposta alla domanda di una giornalista. Poi ha cambiato idea. L’annuncio è arrivato dopo che ul deputato statunitense Ro Khanna, democratico della California e uno dei promotori originali della petizione che chiedeva un voto sulla pubblicazione dei documenti, ha dichiarato che si aspettava che più di 40 repubblicani votassero a favore.
Le email di Epstein
Le email pubblicate la scorsa settimana da una commissione della Camera hanno mostrato che Epstein credeva che Trump «sapesse delle ragazze», sebbene non fosse chiaro cosa significasse questa frase. Da allora Trump ha incaricato il Dipartimento di Giustizia di indagare sui legami di importanti esponenti democratici con Epstein. La battaglia per la divulgazione di ulteriori documenti relativi a Epstein, un argomento su cui lo stesso Trump ha fatto campagna elettorale, ha aperto una frattura con alcuni dei suoi alleati al Congresso. In un’apparizione al programma “State of the Union” della CNN di domenica, Greene ha affermato di non credere che i dossier non ancora pubblicati avrebbero implicato il presidente, ma ha rinnovato il suo appello per una maggiore trasparenza. «Non credo che le persone ricche e potenti debbano essere protette se hanno fatto qualcosa di sbagliato», ha affermato.
Foto copertina da: The Atlantic
