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I supermercati Pam e il test del carrello per i dipendenti: «Se non scoprono i furti vengono licenziati»

18 Novembre 2025 - 07:32 Alessandro D’Amato
test del carrello supermercati pam licenziamento dipendenti
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Tre casi tra Livorno e Siena, altre segnalazioni dal Lazio. I sindacati vogliono un tavolo nazionale con l'azienda

Il primo caso si è verificato a Siena, seguito da due a Livorno. Poi ce ne sarebbero stati anche nel Lazio. Il test del carrello nei supermercati Pam ha portato al licenziamento di tre cassieri. Funziona così: gli ispettori dell’azienda nei panni di finti clienti nascondono prodotti ’rubati’ nel carrello della spesa. Di fronte al mancato rilevamento del furto da parte del cassiere, scatta la contestazione disciplinare. Fabio Giomi, 62 anni, dipendente del Punto Pam in stazione a Siena è stato cacciato. Ora, come racconta il Quotidiano Nazionale, tocca ai dipendenti degli store di via Roma e del quartiere Corea, a Livorno, finiti anche loro al centro delle contestazioni dell’azienda.

Il test del carrello

Sabina Bardi, responsabile Area Livorno di UilTucs Toscana spiega che «il primo caso riguarda Tommaso, dipendente da circa trenta anni del punto vendita di Corea, sottoposto al ’test carrello’, trasformato però in imboscata. Gli ispettori nascondono dei prodotti, attuano poi vere e proprie provocazioni alla cassa, fanno pressioni psicologiche. Una trappola studiata per indurlo a sbagliare e giustificarne così il licenziamento». Il secondo invece è quello di Davide, «con oltre 20 anni di anzianità, dipendente del punto vendita in via Roma, bersagliato da contestazioni continue e infondate a nostro parere. Un’escalation disciplinare costruita ad arte, che ha portato al suo allontanamento».

I supermercati Pam

Massimiliano Fabozzi, segretario di Filcams Cgil Siena, spiega che la pratica «mette in difficoltà i lavoratori, che non sono poliziotti. Si tratta di un atto unilaterale e soprattutto, se un cliente nasconde un prodotto e il cassiere non se ne accorge, non può essere accusato di complicità o licenziato per giusta causa: c’è un problema di democrazia. Giomi tra l’altro era un delegato sindacale». E adesso attende la reintegrazione. Intanto in settimana è previsto un tavolo a Roma con i sindacati nazionali: «Parleremo del ’test carrello’ e delle sanzioni, che sono state fatte insieme ai licenziamenti per casi simili, per le quali c’è una diffida dei sindacati nazionali alla Pam Panorama. Ci stiamo preparando sia all’ipotesi che l’incontro vada bene sia a un’eventuale mobilitazione».

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