Report spiega il vero motivo delle dimissioni del segretario del Garante della Privacy: «Fanizza ha chiesto di spiare le mail dei dipendenti»

«Poche ore fa è stato reso noto all’interno dell’Autorità un documento riservato in cui il Segretario Generale Angelo Fanizza chiedeva al dirigente del dipartimento informatico di provvedere urgentemente all’estrazione della posta elettronica, degli accessi vpn, degli accessi alle cartelle condivise, degli spazi di rete condivisi, dei sistemi documentali, dei sistemi di sicurezza. La richiesta di Fanizza di spiare i lavoratori dell’Autorità risale al 4 novembre, due giorni dopo la prima puntata dell’inchiesta di Report». A riportarlo su Facebook è la stessa trasmissione Rai che spiega così le dimissioni, annunciate stasera, da parte del segretario generale dell’Authority.
Il dirigente che non ci sta. E avvisa i lavoratori
Già perché potrebbe esser scattata una sorta di caccia alle streghe a piazza Venezia, secondo quanto ricostruito dal programma, che da settimane ha accesso i fari sul Garante sollevando i dubbi su eventuali conflitti di interesse da parte dei suoi membri. Report fu sanzionata dall’Authority e la squadra di Ranucci ha però illustrato alcune coincidenze a ridosso della decisione intrapresa. Oggi i dipendenti del Garante della Privacy hanno chiesto le dimissioni dei membri del Collegio. Membri che avevano scelto proprio all’unanimità Fanizza come segretario lo scorso ottobre. «Secondo quanto riferito da fonti interne – si spiega nel post della trasmissione -, oggi il dirigente del dipartimento per la sicurezza informatica ha informato i dipendenti e denunciato l’illegittimità di questa richiesta. I lavoratori del Garante della Privacy hanno chiesto le dimissioni dell’intero Collegio».
Il Collegio: «Noi estranei alla vicenda»
In relazione alle notizie di stampa riportate oggi, il Collegio del Garante per la protezione dei dati personali afferma «la propria totale estraneità rispetto alla comunicazione a firma dell’ex Segretario Generale – alla quale, peraltro, non è mai stato dato seguito – riguardante una richiesta di dati dei dipendenti relativi all’uso dei sistemi informatici». Il Garante ricorda in una nota che «come da suo costante orientamento giurisprudenziale l’accesso da parte del datore di lavoro a taluni dati personali dei dipendenti relativi all’utilizzo dei sistemi informatici può costituire violazione della privacy».
