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Chi ha registrato Garofani sul “piano del Quirinale” contro Meloni? «C’è odore di 007 russi»

21 Novembre 2025 - 05:26 Alessandro D’Amato
francesco saverio garofani consiglio supremo difesa 007 russia
francesco saverio garofani consiglio supremo difesa 007 russia
Secondo Cicchitto il segretario del Consiglio Supremo di Difesa viene attenzionato da Mosca. L'ex cronista di Libero al tavolo: qualcuno ci fissava, nei ristoranti ci sono le cimici

Uno juventino a una cena di romanisti non può che insospettire. Per questo oggi Francesco De Dominicis, classe ‘76, ex giornalista di Libero ai tempi della direzione di Alessandro Sallusti e poi, per 6 anni, di Maurizio Belpietro, è indicato sui giornali come “la talpa” che durante l’incontro alla Terrazza Borromini ha registrato le parole di Francesco Saverio Garofani. Lui però smentisce. E intanto c’è chi dice che a rivelare il presunto “piano del Quirinale” per fermare Giorgia Meloni siano stati gli 007 russi. «Garofani è il segretario del Consiglio supremo di Difesa, quel consesso che si riunisce al Quirinale con Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, ministri, e vertici delle forze armate. E in questa veste il segretario del Consiglio supremo di Difesa è ovviamente all’attenzione dei russi», dice Fabrizio Cicchitto.

I russi e il Quirinale

Cicchitto, che è stato parlamentare nel Psi e in Forza Italia, è stato membro del Copasir e ha lavorato sul dossier Mitrokhin. Oggi a La Stampa dice che «Garofani è stato imprudente a parlarne in pubblico, ma il problema vero è che qualcuno deve aver registrato segretamente le sue parole. Perché ai miei occhi è evidente che è stato registrato. Infatti non ha potuto smentire lo scoop del quotidiano La Verità. Ma gli aspetti di politica interna sono soltanto un pezzo di questa storia e nemmeno la più importante».

Chi ha registrato Garofani?

Chi ha registrato, naturalmente, Cicchitto non può saperlo: «Ma intuisco che Garofani, per la sua posizione al Consiglio supremo di Difesa, dove è di prassi che ci sia un militare e invece lui è un uomo politico, per il sostegno che il Quirinale con Sergio Mattarella non sta facendo mancare alla Nato, all’Europa, e all’Ucraina, è automaticamente un target dei russi. Ricordiamoci le varie uscite della portavoce Maria Zakharova. Come si dice in gergo, Garofani sarà stato “attenzionato”. E quando il dossier è stato maturo, ecco la mail anonima e un canale sicuro: è evidente che il quotidiano La Verità cavalca posizioni putiniste e perciò è anche il più critico con il Quirinale».

La riunione del Consiglio supremo di Difesa

Cicchitto ricostruisce che la settimana scorsa Matteo Salvini aveva polemizzato sull’Ucraina. E in quell’occasione al Quirinale si era «tenuta una riunione del Consiglio supremo di Difesa che ha rimesso in carreggiata la nostra politica estera. Era di lunedì pomeriggio e Garofani era al tavolo a gestire i lavori. Ebbene, un attimo dopo che è stato emesso il comunicato che riduceva Salvini all’angolo, ecco che parte la botta. Martedì mattina esce lo scoop del direttore Maurizio Belpietro, che giornalisticamente ci sa fare. Ed è da notare che il pranzo incriminato avveniva diversi giorni prima». Quindi, secondo Cicchitto, Garofani, era seguito. E le sue conversazioni sono state registrate: «È stato creato a tavolino un dossier che poi è arrivato sulla scrivania giusta».

Lo zampino russo

Dietro tutto questo, conclude Chcchitto, ci sarebbe lo zampino russo: «Guardi, in Italia si fa proprio finta di non vedere. Il ministro Guido Crosetto che cosa ha appena denunciato? Che i russi si muovono dentro l’Italia e contro l’Italia. Nella denuncia di Crosetto c’è già tutto. Ci sono spie russe all’opera, italiani insospettabili che vengono arruolati dall’intelligence di Mosca, operazioni di disinformazione e di provocazione, tentativi di minare la solidità delle nostre istituzioni. Il ministro della Difesa quel che doveva dire, l’ha detto».

Il cronista di Libero

Repubblica e Corriere invece puntano il dito su Francesco De Dominicis. «Io la talpa? Ma figuriamoci, non sapevo chi fosse Garofani, l’ho scoperto il giorno dopo quando mi hanno inoltrato l’articolo, non avevo nemmeno letto La Verità. A tavola ci eravamo presentati solo per nome», dice lui oggi. De Dominicis è l’unico a suggerire che accanto al tavolo da 18 ospiti ci fossero altri avventori. «Quattro o cinque tavoli». Mentre c’è chi dice che se Belpietro ha copiato e incollato in prima pagina un articolo ricevuto via mail del mittente reale si fidava. E lo conosceva. Lui, invece, sostiene: «C’erano molti tavoli intorno a noi, non eravamo gli unici nel ristorante. Per esempio proprio dietro a noi c’era un tavolo di persone strane».

Servizi segreti?

De Dominicis parla di «uomini eleganti in giacca e cravatta che ci osservavano di continuo». Quanti erano? «Tre o quattro». Erano agenti segreti? «Questo non lo so, ma ho il ricordo di questo strano tavolo che ci fissava». E conclude: «Certi ristoranti, quelli frequentati da gente importante, politici e imprenditori, a volte sono tappezzati di cimici. La cronaca è piena di questi casi in locali di un certo tipo». Ancora i servizi segreti, dice? Magari esteri, russi? «Non lo so. I miei sono ragionamenti in libertà. Ipotesi senza riscontri oggettivi. La verità è che non riesco ancora a darmi una spiegazione valida».

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