I bimbi tolti dai genitori nel bosco venivano istruiti, Valditara: «Educazione domiciliare regolare». Così il ministero smentisce il tribunale

Non sarebbero privi di istruzione i piccoli Galorian e Utopia Rose, i bimbi della famiglia Birmingham-Trevallion al centro del dibattito da diversi per la loro scelta di abitare come “neorurali” nei boschi intorno a Chieti, in Abruzzo. Nonostante il tribunale per i minorenni di L’Aquila lo citasse apertamente tra i motivi che hanno spinto i giudici a sospendere la responsabilità genitoriale e ordinare il collocamento dei minori in una casa famiglia, al ministero dell’Istruzione e del Merito il percorso scolastico risulterebbe compiuto regolarmente.
La nota del Mim: «Istruzione regolarmente ricevuta, erano istruiti a casa»
Le contraddizioni e le differenze di posizioni sono ormai all’ordine del giorno quando si parla del caso più chiacchierato degli ultimi giorni. È lo stesso Mim, in una nota ufficiale, a smentire parzialmente quando i togati di L’Aquila avevano scritto nell’ordinanza: «Al Ministero risulta regolarmente espletato l’obbligo scolastico attraverso l’educazione domiciliare legittimata dalla Costituzione e dalle leggi vigenti e tramite l’appoggio ad una scuola autorizzata. La conferma è arrivata dal dirigente scolastico dell’istituto scolastico di riferimento per il tramite dell’ufficio scolastico regionale».
Il sopralluogo dei servizi sociali e il documento mancante sul percorso scolastico
I giudici abruzzesi erano partiti, infatti, dalla segnalazione dei servizi sociali che avevano sottolineato la «condizione di sostanziale abbandono in cui si trovano i minori, in situazione abitativa disagevole e insalubre e privi di istruzione e assistenza sanitaria». Erano stati i genitori stessi, in primis, a sostenere il contrario riguardo all’istruzione dei piccoli, e cioè che il loro percorso fosse stato del tutto regolare. In particolare avrebbero mostrato il certificato di idoneità alla terza elementare di Utopia Rose, rilasciato dalla “Novalis Open School” di Brescia. Ma non avrebbero poi mostrato la dichiarazione del dirigente scolastico di riferimento, quello della scuola più vicina, per quanto riguarda la «capacità tecnica o economica di provvedere all’insegnamento parentale», quindi domestico. Insomma, il documento che invece il Mim dice di avere.
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L’isolamento dei minori e i rischi per lo sviluppo
Altro punto sottolineato dall’ordinanza, e che però non viene in nessun modo smentita dal ministero di Giuseppe Valditara, è la necessità dei bimbi di stare al contatto con coetanei, anche e soprattutto nell’ambiente della classe. «La deprivazione del confronto tra pari in età da scuola elementare (circa 6-11 anni) può avere effetti significativi sullo sviluppo del bambino», si legge. Tra gli effetti sono elencati la difficoltà di apprendimento cooperativo, la mancanza di autostima e motivazione, i problemi di regolazione emotiva e comportamentale, l’incapacità di riconoscere l’altro, il mancato sviluppo di abilità sociali e comunicative, la difficoltà della fgestione del conflitto e la vulnerabilità alla pressione dei pari.
