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Stop aeroporti e treni, scuole chiuse e ospedali a personale ridotto: i tre giorni di sciopero del Belgio contro l’austerity

24 Novembre 2025 - 10:17 Alba Romano
sciopero belgio austerity
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Da lunedì a mercoledì saranno 72 ore di proteste e scioperi in tutto il Belgio. Il governo De Wever ha introdotto, e sta tentando di applicare, una lunga serie di riforme per ridurre la spesa pubblica  

«Smantellamento sociale», così i lavoratori belgi hanno etichettato il pacchetto di riforme voluto dal governo De Wever, che prevede un massiccio taglio alla spesa pubblica e modifiche alla legge sul lavoro. Contro queste misure inizia oggi, lunedì 24 novembre, una tre giorni di proteste e scioperi che coinvolgeranno in varie fasi i trasporti pubblici, gli aeroporti, gli ospedali e le scuole. 

I tre giorni di sciopero, dai trasporti alle scuole fino al blocco degli aeroporti

I primi a incrociare le braccia nel tentativo di fare muro alle riforme saranno i dipendenti dei trasporti. La compagnia ferroviaria Sncb ridurrà la circolazione sui binari di circa il 50%, ma su alcune tratte sarà disponibile un treno su tre. Si bloccheranno anche alcuni Eurostar, che collegano Bruxelles e Parigi. Martedì 25 novembre la protesta toccherà diversi settori del pubblico: le scuole, gli asili nido, gli uffici statali e gli ospedali. Mercoledì 26 novembre sarà invece la volta di uno sciopero generale, che coinvolgerà trasversalmente tutte le categorie. In questo frangente, si bloccheranno completamente i due aeroporti principali (Bruxelles-Zaventem e Charleroi) data l’altissima adesione del personale alla protesta.

Le riforme di De Wever e l’austerità

Nel mirino dei sindacati c’è il primo ministro Bart De Wever e le sue rigide misure per tentare di invertire la rotta sul debito pubblico belga, uno dei peggiori dell’intera Unione europea. Il governo conservatore ha dunque optato per riforme improntate all’austerità, tra cui tagli di bilancio. Nell’ambito di una situazione europea che richiede, per forza di cose, a Bruxelles di aumentare la spesa militare. Le divisioni non sono solo interne alla popolazione ma anche alla coalizione di governo stessa, che si trova adesso sotto ulteriore pressione di fronte alla reazione dei sindacati che chiedono di «porre fine allo smantellamento del sistema di previdenza sociale».

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