Elezioni regionali 2025, chi ha vinto e chi ha perso: Forza Italia e FdI volano, Pd in crescita, crollo M5s e Lega

Chi pensava che Veneto, Puglia e Campania potessero riaprire i giochi del panorama nazionale è rimasto parzialmente deluso. Alla fine dell’anno elettorale 2025, la geografia politica del Paese non è cambiata praticamente di una virgola: 20 regioni, di cui 13 al centrodestra e 6 al centrosinistra mentre gli autonomisti governano la Valle d’Aosta. Anzi, in molti casi tutti quei territori che sembravano potersi scrollare di dosso l’etichetta di baluardi alla fine ci sono ricascati.
La suddivisione delle Regioni, tra sinistra e destra
Per le Regioni che nell’arco del 2025 sono andate ai seggi, il discorso calza a pennello: Veneto, Marche e Calabria sono state confermate appannaggio delle forze governative. Toscana, Campania e Puglia sono rimaste territori “rossi”, senza che davvero il centrodestra potesse mettere in piedi un’incursione concreta nel predominio della parte politica opposta. Alla fine dell’anno, è un pareggio 3 a 3. A cui si aggiunge la Valle D’Aosta, dove l’Union Valdotaine è ancora il primo partito ma – a differenza della passata giunta – ha concesso un assessorato a Forza Italia invece che al Partito democratico. Al centrosinistra rimangono, poi, anche Emilia Romagna, Umbria e Sardegna mentre tutte le rimanenti sono rette dalla maggioranza di governo.
Elezioni dominate, ma c’è chi ci perde
I punti di distacco tra i candidati ti punta parlano da soli: 25 in Campania, 26 in Veneto, 29 in Puglia. Al nord il giovane leghista Alberto Stefani sfonda quota 64%, cifra che viene raggiunta a sud da Antonio Decaro (Pd) e che viene sfiorata da Roberto Fico (M5s), che in Campania si ferma al 60,6%. Un predominio assoluto, da una parte e dall’altra, che di fatto non cambia gli equilibri. Nelle tre regioni al voto l’ultimo fine settimana, a trovare conferme sono stati Pd, FI e FdI mentre in calo M5s e Lega: tutto bilanciato.
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Chi sale: Pd, FdI e FI
In Puglia, ad esempio, il Pd è cresciuto dal 17,25% del 2020 al 25,91%. Aumento lieve anche in Campania, da 16,9% a 18,41%, e più marcata in Veneto, dall’11,92% al 16,6%. Fratelli d’Italia guadagna oltre il 50% dei voti assoluti rispetto a cinque anni fa. Che si traduce in sei punti in Puglia e nove in Veneto, arrivando vicino al 19% in entrambi, e nel raddoppio della percentuale di voti in Campania passando dal 5,98% all’11,93%. Ottimi risultati arrivano anche dal partito di Antonio Tajani, che in Campania e in Veneto aumenta sensibilmente le sue performance delle ultime regionali mentre in Puglia si mantiene stabile intorno al 9%.
Gli sconfitti: Lega e M5s in calo ovunque
Tra gli sconfitti, almeno parzialmente, la Lega, che rispetto alle ultime regionali ha preso la metà dei voti. In Veneto la formazione di Salvini ha preso il 36,38%, un risultato dominante ma che non si avvicina a quello del 2020 quando tra partito e lista Zaia la destra sovranista aveva superato da sola il 60%. Cali registrati, invece, in Puglia e Campania: rispettivamente 8,04% e 5,51%.
Anche il Movimento 5 Stelle, che ha raccolto due terzi dei voti rispetto al 2020, è costretto a cedere il passo in tutte le Regioni: in Puglia passa al 7,22%, in Veneto al 2,2% e in Campania al 9,12% (da combinare on il 5,41% della lista “Fico Presidente”. Mentre Avs si stabilizza intorno al 4% su tutti i territori chiamati alle urne, in Veneto c’è da registrare la sorpresa del civico Riccardo Szumski, che senza alleati si è accaparrato due seggi in consiglio regionale con il 5,13% delle preferenze.
