I cavalli, l’infortunio, la depressione e la svolta. Così Catherine Birmingham ha costruito con Nathan la famiglia nel bosco (con un testimone d’eccezione)

Dietro il caso tanto controverso quanto delicato della famiglia britannico-australiana che ha scelto di vivere nei boschi di Palmoli (Chieti), c’è una storia personale e professionale altrettanto intensa, quella di Catherine Birmingham, la madre dei tre bambini, insegnante spirituale, autrice di un libro tradotto in molte lingue e da sempre appassionata cavallerizza. Dal sito «Retreat Guru», dedicato ai ritiri spirituali e al benessere personale, emergono dettagli inediti sulla sua storia personale. Dalla depressione a un grave infortunio fisico, fino alla passione per i cavalli che ha accompagnato gran parte della sua carriera. «La mia passione principale è aiutare le persone a guarire da dolori passati ed emozioni bloccate e ad abbandonare uno stato di paura, lotte e problemi esistenziali, per raggiungere una vita di consapevolezza, amore e potere. Avendo attraversato la propria crescita personale e le difficoltà legate a depressione, mancanza, ansia, sensibilità e all’essere “diversa” nel mio campo di lavoro con i cavalli, ho incontrato il mio destino spirituale quando ho dovuto affrontare un infortunio fisico che ha quasi posto fine alla mia carriera», si legge nella sua biografia pubblicata sulla piattaforma nel 2018.
L’infortunio fisico
L’infortunio che quasi mise fine alla sua carriera riguarda tre ernie discali gravi, che le furono diagnosticate durante il periodo che ha vissuto in Germania. Questi problemi fisici avrebbero potuto impedirle di continuare a cavalcare, o almeno così le avevano detto i medici tedeschi. In quel momento difficile, ha sviluppato nuovi strumenti di resilienza e consapevolezza e che l’hanno portata ad avvicinarsi a una vita più spirituale.

La vita in Germania e la passione per i cavalli
Fin dall’infanzia, Catherine ha amato i cavalli. La sua dedizione la porta, a soli 19 anni, a trasferirsi a Lastrup, un piccolo paese di circa 7mila abitanti in Germania, per affinare le proprie capacità nel dressage, una disciplina equestre. In un articolo del 2020 per il blog Stream Horse, è lei stessa a raccontare di essersi ritrovata giovanissima a dover gestire ben tredici cavalli, tra cui otto stalloni giovani, imparando a ricominciare da zero secondo i rigorosi metodi tedeschi. Gli anni tedeschi sono segnati da sfide intense: la durezza delle scuderie, la pressione economica e il maltrattamento dei cavalli in vendita la segnarono profondamente, spingendola a sviluppare una sensibilità e un’empatia particolari. «Una volta ho visto un allevatore arrivare alla scuderia con la sua cavalla per l’inseminazione, picchiarla con una frusta finché non si è rotta in pezzi grondanti sangue mentre lui cercava di ricaricarla nel carro. Ho visto tantissimi abusi sui cavalli in tutto il mondo», racconta Catherine nel blog.
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Il libro scritto in due settimane
Dopo la Germania, Catherine ha vissuto in diversi paesi, tra cui il Giappone, ma il richiamo della Sassonia era forte. Nel 2007 torna in Australia per motivi familiari: il padre è malato di cancro e, nello stesso periodo, lavora in un’azienda equestre che però non macina un granché a livello economico, come racconta in un podcast dedicato al mondo equestre. Proprio in quegli anni inizia a scrivere il suo libro Ride For Life. I tre principi d’oro per i cavalieri, completandolo in sole due settimane. La pubblicazione propone una visione dell’equitazione che va oltre la tecnica, suggerendo come la mente e la consapevolezza possano diventare il motore dei propri successi dentro e fuori dalla sella. «Ti senti bloccato o frustrato dai tuoi progressi? La paura ti impedisce di diventare il miglior cavaliere che potresti essere?», si legge nella presentazione del volume, pensato come guida pratica ed educativa. Le recensioni online definiscono il volume «educativo e motivazionale» e «facile da leggere e ben presentato».

Il matrimonio dopo aver comprato la casa nel bosco
Dopo anni di viaggi e lavoro internazionale, Catherine arriva in Italia, probabilmente tra il 2017 e il 2018, dove stabilisce la sua nuova vita. La casa nel bosco a Palmoli e al centro delle cronache di questi giorni è stata acquistata il 29 aprile 2021. Sempre a Palmoli, pochi mesi dopo, il 9 novembre, Catherine e il marito Nathan si sposano. Dal certificato di matrimonio che Open ha visionato, emerge che Nathan è nato a Weston-super-Mare, in Inghilterra, e possiede cittadinanza britannica, mentre Catherine è nata a Melbourne, Australia, e ha cittadinanza maltese. Il testimone di nozze, non un parente o un amico di lunga data, è Ferdinando Miraldi, un anziano contadino diventato loro amico dopo un gesto di gentilezza reciproca: Catherine e Nathan avevano ricevuto da lui delle ciliegie dal campo e, da quell’incontro, era nata un’amicizia profonda.
