«Sembra un bagno chimico». Il nuovo confessionale voluto dal parroco a Bologna non piace a nessuno. Lui insiste: «È avanguardia»

Per alcuni è un’opera innovativa, per altri è un «obbrobrio». È scoppiata la polemica tra i fedeli di Santa Maria della Carità, a Bologna, per un nuovo confessionale installato nella chiesa. Inaugurato a inizio autunno, contestualmente alla fine dei lavori di restauro. A prima vista, l’opera è piuttosto impattante e assomiglia a una sorta di monolite nero, posto peraltro proprio sotto la “Crocifissione e santi”, un’opera di Annibale Carracci datata 1583.
Le proteste dei fedeli
A scagliarsi contro l’opera non sono solo alcuni parrocchiani, ma anche il Comitato per Bologna storica e artistica: «È incompatibile con il contesto storico della cappella, oscura il quadro e offende la memoria del Carracci». Anche sui social il nuovo confessionale non ha ricevuto molti commenti negativi. «Sembra un frigorifero», scrive un utente. «Un bagno chimico», suggerisce un altro. Mentre c’è chi arriva addirittura a chiedere un «intervento coatto di rimozione» e prepara un esposto da presentare alla Soprintendenza.
La spiegazione di don Davide
A difendere l’opera, invece, ci pensa don Davide, il parroco della chiesa di Santa Maria della Carità, che ha spiegato ai fedeli il significato del confessionale “atipico”: «Il rivestimento esterno, oscuro e lucido crea un effetto specchiato, così che chi si avvicina a questo sacramento possa prima di entrare guardarsi meglio». All’interno, il confessionale è riscaldato, ventilato e insonorizzato. Le sedute sono una di fronte all’altra, disposte – spiega ancora don Davide – «in una geometria che riproduce il movimento dell’abbraccio».
Il paragone con il quadro di Carracci
Le spiegazioni del parroco, che veste quasi i panni del critico di arte contemporanea, non hanno convinto i detrattori. Ma don Davide ha un’ultima arma da sfoderare: il parallelismo con l’opera di Carracci che campeggia proprio sopra il confessionale. «Noi oggi guardiamo al Carracci come a un classico, ma in realtà il suo fu un lavoro di rottura, d’avanguardia, anche per il modo in cui questa Crocifissione utilizza la luce, e che a molti non piacque». Proprio come il nuovo confessionale della discordia.
