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L’«Italian Job» con i fondi Ue: perché Federica Mogherini è indagata a Bruxelles

03 Dicembre 2025 - 05:08 Alessandro D’Amato
federica mogherini stefano sannino indagine fondi ue bruxelles
federica mogherini stefano sannino indagine fondi ue bruxelles
Cinque milioni di soldi pubblici dirottati sul Collegio d'Europa per l'Accademia diplomatica Ue. E il sospetto di un accordo per favorire l'istituto. Insieme allo strano acquisto di un palazzo

È un «italian job» quello che ha portato al fermo dell’ex ministra degli Esteri italiana Federica Mogherini a Bruxelles. La frase la dicono gli investigatori di Eppo (la procura europea) a un italiano per spiegare l’ipotesi accusatoria. L’ex Alta Rapprentante dell’Ue avrebbe sfruttato il suo bagaglio di contatti per vincere il bando che ha permesso l’affidamento della gestione dell’Accademia diplomatica Ue al Collegio d’Europa. Di cui nel frattempo era diventata rettrice. Un bando da 600 mila euro per il progetto pilota e un altro da 960 mila per la seconda fase. E poi ancora altre due tranche da 1,7 milioni per un totale di cinque di fondi pubblici.

Concorrenza sleale

L’Eppo indaga dal 2021 sui reati legati all’uso dei fondi Ue nei 24 stati membri. «Vi sono forti sospetti che, durante il bando per il programma sia stato violato l’articolo (…) relativo alla concorrenza leale e che informazioni riservate relative all’appalto in corso siano state condivise con uno dei candidati partecipanti alla gara», scrive la Procura. La Stampa racconta che nell’indagine ci sono movimento, contatti e scambi avvenuti quattro anni fa tra il Servizio per l’azione esterna dell’Ue, situata nella rotonda Schuman di Bruxelles, e il Collegio d’Europa di Bruges, il prestigioso istituto di formazione post-universitaria che dal 1949 è il “vivaio” in cui vengono allevati i funzionari delle istituzioni Ue.

L’indagine

La storia comincia nel novembre 2021. L’Ue con la spinta dell’eurodeputato spagnolo Nacho Sánchez Amor annuncia i 900 mila euro per l’accademia diplomatica. «L’indagine si concentra sul fatto che il Collegio d’Europa e/o i suoi rappresentanti siano stati informati in anticipo sui criteri di selezione della procedura di gara e abbiano ritenuto sufficienti motivi per ritenere che sarebbe stata loro affidata l’attuazione del progetto, prima della pubblicazione del bando di gara da parte del Seae», scrive ancora la Procura. Secondo gli investigatori, Mogherini avrebbe avuto accesso a informazioni sul bando, sino a quel momento riservate, dal Servizio per l’azione esterna dell’Ue (Seae), all’epoca guidato dall’ambasciatore Stefano Sannino, che dal 2021 al 2024 ne ha ricoperto il ruolo di segretario generale.

L’immobile

I primi sospetti nascono con l’acquisto di un immobile nel centro di Bruges per 3,2 milioni di euro. Effettuata dall’istituto «nonostante si trovasse in difficoltà finanziarie». Ma decisiva per vincere il bando: la gara prevedeva infatti la disponibilità di alloggi per ospitare i diplomatici durante il periodo di formazione. L’immobile viene trasformato in residenza con 49 stanze con cucina e bagno di gara. E parte il progetto pilota. Poi l’Olaf, l’ufficio europeo antifrode, denuncia e il giudice istruttore belga del distretto di Ypres, nella provincia delle Fiandre occidentali, apre l’indagine. Le ipotesi di reato sono: frode negli appalti, corruzione, conflitto d’interessi e violazione del segreto professionale.

L’ambasciatore Stefano Sannino

L’ambasciatore Sannino, che all’epoca dei fatti era segretario generale del Seae, avrebbe favorito il Collegio d’Europa di Bruges, di cui Mogherini era rettrice, affidandogli un progetto. Perché avrebbe conosciuto in anticipo i desiderata dell’ente: proprio grazie a quelle informazioni il Collegio — pur trovandosi in difficoltà economiche — avrebbe acquistato un immobile che poi si è rivelato fondamentale per vincere il progetto. «Il contratto», si legge negli atti, «è stato aggiudicato secondo le normali procedure di appalto dell’Ue. Sono state ricevute sei offerte per il programma accademico pilota, tutte provenienti da qualificati istituti di istruzione e ricerca europei. Le offerte sono state valutate e i contratti aggiudicati sulla base del criterio del miglior rapporto qualità-prezzo».