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Ex Ilva, la provocazione del sindacalista: «Andiamo a picchiarci con la polizia»

04 Dicembre 2025 - 07:07 Alba Romano
franco grondona fiom ilva botte polizia
franco grondona fiom ilva botte polizia
Franco Grondona della Fiom: oggi blocchi stradali e marcia verso la prefettura a Genova

L’esponente del sindacato Fiom Franco Grondona ha scritto su Facebook che «se necessario ci andiamo a picchiare con le forze di polizia. Noi non abbiamo paura. Così finiamo sulle pagine dei giornali e poi sono affari del governo dire che picchiano gli operai che lottano per difendere la fabbrica e l’occupazione a Genova». Il riferimento all’ex Ilva di Cornigliano, a rischio chiusura anche se il ministro delle Imprese Adolfo Urso. Grondona ha chiarito l’intenzione di «mantenere i presidi e i blocchi stradali», annunciando una marcia «verso la prefettura» per oggi, in occasione dello sciopero generale dei metalmeccanici genovesi.

La vaselina di Meloni

Poi ha detto che quella del governo Meloni sull’acciaieria non è una proposta, «è vaselina». Infine, dopo una stoccata alla premier che «fa l’europeista per pochi milioni», Grondona è andato all’attacco: «Se necessario ci andiamo a picchiare con le forze di polizia – dichiara – noi non abbiamo paura». E ora tra chi si occupa dell’ordine pubblico c’è paura: «Oggi a Genova c’è il concreto rischio che si verifichino violenze da parte di frange di estremisti. Ci sono infatti evidenze di una precisa strategia predisposta da chi gestirà la manifestazione per ricercare lo scontro con aggressioni mirate ai danni delle forze di polizia. Il piano prevede azioni contro la prefettura e altri palazzi istituzionali: l’obiettivo è innescare una inevitabile reazione vigorosa da parte dei reparti delle forze dell’ordine. Si vogliono ottenere scene a favore di telecamera per dare ai tg le immagini di cariche sui manifestanti».

La doppia parte in commedia

L’esperto spiega al Giornale che il copione prevede «una doppia parte in commedia. Prima come antagonisti incappucciati attaccare con ogni mezzo. Poi come manifestanti pacifici ripiegare davanti alle telecamere sotto i colpi delle cariche dei poliziotti». Il tutto con l’obiettivo di «ottenere un titolo ad effetto: “Il governo carica gli operai”». Per questo però, conclude l’esperto di sicurezza, «dal Viminale è stato impartito un ordine molto chiaro: contenere senza cadere alle provocazioni, difendere i target sensibili ma limitare le cariche di alleggerimento allo stretto indispensabile».