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Mascara nascosto nelle castagne, altro test del carrello in Toscana: sospesa senza stipendio una cassiera con 36 anni di esperienza

05 Dicembre 2025 - 11:47 Alba Romano
pam test carrello cassiera sospesa
pam test carrello cassiera sospesa
È successo al Pam di Fornacette, in provincia di Pisa. La donna promette battaglia legale, mentre la mobilitazione continua: «È un meccanismo punitivo»

I famigerati «test del carrello» continuano a colpire nei punti vendita Pam distribuiti nel territorio toscano. Non si riescono più a contare nemmeno su due mani i dipendenti che sono stati colpiti da sanzione disciplinare o licenziati in tronco per non aver passato il test in cui un ispettore in borghese si finge un cliente e tenta di rubare alcuni articoli dal negozio. Questa volta è toccato a una cassiera del supermercato di Fornacette, in provincia di Pisa, che lavora in Pam da oltre 36 anni. Anche il buon servizio reso per oltre metà della sua vita non è bastato a risparmiarle una sospensione dal lavoro senza retribuzione per 10 giorni. Il motivo? Un mascara nascosto dentro una confezione di castagne e che la dipendente non è stata in grado di individuare.

La sanzione: «È una spada di Damocle, ogni errore sarà punito senza pietà»

A denunciare l’accaduto Filcams Cgil di Pisa, secondo cui la donna dopo l’accaduto avrebbe ricevuto una «lettera di contestazione» dall’azienda. Dopo diverse settimane di silenzio da parte dei vertici, passati dalla dipendente nell’ansia più totale dati i numerosi precedenti di contratti stracciati, alla fine è arrivata la comunicazione della sospensione: «È una sanzione pesantissima, mette sulla sua testa una spada di Damocle che appare come un messaggio chiaro, per lei e per i colleghi: ogni minimo errore sarà punito senza pietà», ha sostenuto Cgil. La lavoratrice sta valutando azioni legali

Proteste in tutta Italia: «Vogliono punirci»

Intanto in tutta la Toscana, e in generale in Italia, continua la mobilitazione contro il «test del carrello». Secondo Anna Piu, segretaria provinciale di Sinistra italiana, la prova attitudinale costituisce «un fatto gravissimo, che conferma un clima ormai insostenibile». Il test del carrello, secondo lei, «non è uno strumento di sicurezza ma un meccanismo punitivo che scarica sulle cassiere e sui cassieri responsabilità che non hanno nulla a che vedere con il loro lavoro», ha detto. «La sospensione comminata dimostra la volontà di individuare capri espiatori invece di affrontare le vere cause delle perdite aziendali. Colpire chi ha anni di esperienza, chi ogni giorno manda avanti i punti vendita, è una scelta indegna e miope». Da qui la richiesta a Pam di ritirare le sanzioni disciplinari e i licenziamenti: «La dignità delle persone non può essere trattata come una variabile di bilancio».

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