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«So il nome del primo ministro che ha abusato di Virginia Giuffre. Ma lui è pronto a uccidermi»

05 Dicembre 2025 - 05:44 Alessandro D’Amato
virginia giuffre amy wallace jeffrey epstein principe andrea
virginia giuffre amy wallace jeffrey epstein principe andrea
Amy Wallace, ghostwriter del libro della vittima di Epstein: «Mi ha detto di essere pronto a uccidere qualora uscisse il nome, e di avere pronti sicari disposti a farlo per soli mille dollari».

«So chi è il primo ministro che ha abusato di Virginia Giuffre». Anzi, di più: «Conosco i nomi di tutte le persone con cui è stata costretta a fare sesso o a cui è stata ceduta, anche se nel libro non sono resi noti per ragioni di sicurezza. Per lo stesso motivo le registrazioni delle nostre conversazioni sono in un luogo sicuro». Amy Wallace, giornalista americana nonché ghostwriter del libro Nobody’s Girl, che raccoglie le memorie postume dell’ex schiava sessuale di Jeffrey Epstein. Sulla morte di Giuffre non vede ombre: è stato un suicidio: «Ci ha provato due volte durante la stesura del libro. Sfortunatamente, capita nelle persone che soffrono di stress post traumatico. Anche suo fratello Sky è convinto che Virginia si sia tolta la vita, quando l’ha ritrovata dietro una porta chiusa dall’interno».

Amy Wallace e Virginia Giuffre

Anche se nel 2019 Giuffre aveva twittato: «Se qualcuno vi dirà che sono morta suicida, non credetegli». «È vero, e comprendo i sospetti. Anche perché oltre a Epstein è morto suicida anche Jean-Luc Brunel, il francese agente di modelle e complice del miliardario pedofilo. E Virginia aveva subito molte minacce nel corso della sua vita. Ma è tutto quello che so», dice oggi a La Repubblica e La Stampa. Wallace dice che lei sa anche chi è l’anonimo primo ministro che, a quanto si legge nelle memorie, violentò brutalmente Virginia sul jet privato di Epstein. Ma non vuole rivelarlo: «Perché bisogna sempre valutare i rischi di certe rivelazioni. Virginia aveva già subito minacce di morte, le erano entrati in casa e ci sono i suoi figli da proteggere. Perciò Giuffre aveva deciso di non rivelarli. Una persona, di cui non posso fare il nome, tempo fa mi ha detto: “So chi è quel primo ministro che citate nel libro, ci ho parlato. Mi ha detto di essere pronto a uccidervi qualora uscisse il nome, e di avere pronti sicari disposti a farlo per soli mille dollari”».

Le conversazioni e gli Epstein Files

E aggiunge: «Anche le registrazioni delle mie conversazioni con Virginia le ho spostate in un luogo sicuro e ho detto pubblicamente ai quattro venti di non averle in casa…». Nel frattempo la pubblicazione degli Epstein Files è stata annunciata da Donald Trump. Ma non si è ancora realizzata: «Potrebbero esserci molti altri nomi lì dentro, anche di altre ragazze che hanno denunciato. Non sappiamo perché il presidente Usa sia così riluttante, dopo le promesse in campagna elettorale. Vedremo. Ma certo Epstein ricattava in molti, Bill Gates incluso, per i suoi luridi scopi, registrando ogni cosa, con le telecamere di sorveglianza. Quindi potrebbe esserci di tutto in quei file».

Virginia scagiona Trump?

Nelle registrazioni Virginia scagiona Trump e lo definisce un gentiluomo: «È vero. Ma non dimentichiamo che Virginia è stata schiava di Epstein per un periodo di tempo limitato, due anni. Non sappiamo cosa sia accaduto in tutto il resto della lunga amicizia tra Trump ed Epstein». L’ex principe Andrea invece dovrebbe testimoniare davanti al Congresso: «Assolutamente sì. Era a casa di Epstein, sulla sua isola privata, sul jet Lolita Express. Ha visto cose. Ha visto ragazze minorenni. Dovrebbe farsi avanti. Dovrebbe farlo anche per le sue due giovani figlie. Tutti dovrebbero dare il proprio contributo per la giustizia e per le donne. Andrea incluso».

Ghislaine Maxwell

Invece Ghislaine Maxwell secondo Wallace «non dovrebbe essere rilasciata né graziata. Era complice di Epstein, anzi, abusatrice sadica lei stessa di Virginia e altre giovanissime, già condannata per traffico sessuale. Eppure, Ghislaine era amica personale di Trump, e comprendo le preoccupazioni di molti. Ma rilasciarla sarebbe davvero un abominio». Per pubblicare gli Epstein Files «c’è tempo fino al 19 dicembre, vedremo. Un’ipotesi è che i documenti saranno censurati, che la maggior parte sarà cancellata. Un’altra è che Pam Bondi, avendo dato avvio a un’altra indagine, possa bloccare la pubblicazione. Di sicuro lì dentro ci sono nomi di persone potenti e ricche, forse suoi donatori, gente del suo circolo».

Le telecamere e i filmati

Infine, Wallace dice che Epstein e Maxwell «avevano telecamere in molte stanze della casa di Manhattan. Virginia mi ha raccontato di aver visto i monitor televisivi dove venivano raccolte le registrazioni ma non sappiamo dove siano finiti quei video. Due cose, poi: la prima è che Epstein, come tutti i predatori, conservava i trofei, aveva un armadio pieno di fotografie di ragazze nude in varie posizioni sessuali. L’altra è che gli piaceva ricattare le persone, come dimostra il tentativo ai danni di Gates quando aveva scoperto che il capo di Microsoft aveva una relazione extraconiugale».