Gentiloni e il bagno di realtà dopo le critiche di Trump all’Ue: «Questo è l’epitaffio sull’Alleanza. È miope che Meloni minimizzi»

«Un epitaffio sulle relazioni transatlantiche e una sentenza di divorzio dall’Europa». Non usa mezzi termini l’ex presidente del Consiglio ed ex Commissario europeo per gli affari economici e monetari Paolo Gentiloni. In un colloquio a La Stampa con Francesca Schianchi spiega che le ragioni dietro il documento sulla Strategia di sicurezza nazionale Usa sono due. «La prima attiene alla cultura Maga: il manifesto scritto dalla Heritage Foundation e intitolato “Progetto 2025” aveva tra gli obiettivi lo smantellamento dell’Unione europea, in quanto vista come unico argine ai nazionalismi». E la seconda: «Credo che Trump veda nell’Europa una proiezione dei suoi nemici interni. Nonostante tutto quel che detesta, dal woke al melting pot, sia nato in America, li attribuisce a noi perché ha bisogno di costruire anche un nemico esterno».
L’ombra dell’alleanza atlantica esterna
«Tra gli obiettivi è scritto chiaramente che occorre prevenire l’espansione della Nato, parole che di solito usa Putin. E guardi, nei famosi 28 punti del piano di pace per l’Ucraina, al punto 4 si parla di un dialogo tra Russia e Nato mediato dagli Usa. Chi conosce la Nato, sa che la Nato coincide con gli Stati Uniti. Chi l’ha scritto, chiunque sia, già pensa a un’Alleanza atlantica esterna all’America», spiega Gentiloni. Che nota una contraddizione: «C’è la pretesa di rinchiudersi, ma nello stesso tempo quella di esercitare un dominio sul piano economico attraverso il primato di tecnologia e regole americane, dall’intelligenza artificiale al quantum computing. Come dire: dalle cannoniere agli algoritmi. La reazione alla multa europea a X di Elon Musk va in quella direzione».
E Giorgia Meloni?
«Diciamo che per fortuna Meloni non è Gianni Infantino (il presidente della Fifa che ha consegnato a Trump un premio per la pace due giorni fa,ndr).Fin qui, nel test fondamentale, che è l’Ucraina, ha cercato di tenere la posizione. Ma minimizzare è miope», spiega Gentiloni riferendosi alla posizione della premier. «Il problema è che rischia di trovarsi in mezzo al mare mentre avviene la deriva dei continenti ed Europa e America si allontanano», sottolinea.
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I leader europei «devono prendere atto di quello che sta succedendo e diventare adulti. L’impostazione americana sull’Ucraina in sintesi è: la Russia non è una minaccia, siete voi europei fissati. I leader europei devono dire invece a Mosca: continuiamo a sostenere l’Ucraina e l’Ucraina col nostro sostegno può continuare a difendersi». E ancora: «Tutto l’impianto del documento dice: basta al coinvolgimento in conflitti che non siano rilevanti per noi, concentriamoci sugli interessi economici. È legittimo, ma l’America è diventata una superpotenza quando ha scelto di non chiudersi». Ma per Gentiloni l’Ucraina può continuare a difendersi grazie all’Ue, se l’America si tira definitivamente indietro. «Con l’aiuto europeo assolutamente sì, e bisogna avere il coraggio di dirlo.Non si sostituisce il sistema di difesa americano in due giorni, è chiaro, ma è bene ricordare che l’Europa è una potenza economica ben più grande della Russia. E già da un anno da Washington non arriva niente: Kyiv resiste con il nostro aiuto. Non sottovaluto il contributo Usa logistico e di intelligence, ma se Trump decide di andarsene, non perché lo dice lui bisogna farlo».
