L’asse Usa-Russia contro l’Ue: «È il nuovo patto Ribbentropp-Molotov»

Oggi, 8 dicembre, è il giorno in cui il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky incontrerà a Londra Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merz. Intanto Donald Trump lo accusa di «non aver letto» la sua proposta di pace tra Russia e Ucraina. Ma dopo la pubblicazione del documento sulla strategia di sicurezza nazionale da parte della Casa Bianca in Europa cresce la convinzione che sia in atto un divorzio atlantico tra Usa e Ue. L’avvicinamento tra il presidente Usa e Vladimir Putin crea un asse inedito tra America e Russia. Che secondo il politico francese Daniel Cohn-Bendit è «il nuovo patto Ribbentropp-Molotov». Secondo il filosofo francese Pascal Bruckner Trump «ha metodi da mafioso», mentre l’analista americano Ian Bremmer fa notare che il presidente «vuole balcanizzare l’Ue e trattare solo con i governi amici».
Il vertice a Londra
L’incontro a Londra ha lo scopo di esaminare «i negoziati in corso nel quadro della mediazione americana». Sempre oggi il ministro degli Esteri britannico Yvette Cooper dovrebbe incontrare a Washington il suo omologo americano, Marco Rubio. Il Regno Unito e gli Stati Uniti dovrebbero ribadire «il loro impegno a raggiungere un accordo di pace in Ucraina», ha annunciato il ministero degli Esteri. Aggiungendo che Londra sostiene «i continui sforzi del Presidente Trump per garantire una pace giusta e duratura». Gli incontri seguono le discussioni a Miami in Florida tra funzionari ucraini e americani sul piano presentato tre settimane fa. Il Dipartimento di Stato americano ha annunciato questo fine settimana di aver raggiunto un accordo con l’Ucraina, affermando che «qualsiasi reale progresso verso un accordo dipende dalla volontà della Russia di impegnarsi seriamente per una pace duratura».
L’Asse Usa-Russia
Domenica sera durante un gala a Washington Trump ha criticato Zelensky per non aver «letto» il suo piano per l’Ucraina: «Abbiamo parlato con il presidente Putin, abbiamo parlato con la leadership ucraina, incluso Zelensky, il presidente Zelensky, e devo dire che sono un po’ deluso che il presidente Zelensky non abbia ancora letto la proposta». E poi: «Questo va bene alla Russia, sapete, penso che la Russia preferirebbe avere l’intero paese», ma «non sono sicuro che vada bene al signor Zelensky», ha aggiunto il miliardario repubblicano, che si è avvicinato a Mosca da quando è tornato alla Casa Bianca quasi un anno fa. Il Cremlino, da parte sua, ha descritto gli «aggiustamenti» contenuti nella «nuova strategia per la sicurezza nazionale» presentata venerdì dalla Casa Bianca come «sostanzialmente coerenti con la sua visione». Il documento dice che l’Europa si trova ad affrontare una «erosione di civiltà» attribuita all’immigrazione, e promette che non ci sarà alcuna espansione della NATO.
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Daniel Cohn-Bendit
Secondo Cohn-Bendit, che parla oggi in un’intervista a Repubblica, Trump e Putin hanno siglato il «nuovo patto Molotov-Ribbentrop» per distruggere l’Europa. Il vecchio continente rischia di cadere in un sistema «illiberale» senza democrazia. Perché Usa e Russia «hanno lo stesso obiettivo. L’Europa deve capire. L’Italia deve capire che le regole del gioco sono totalmente cambiate. La sinistra italiana in passato è stata contro l’imperialismo americano, ma l’imperialismo americano era legato all’Europa, all’Alleanza transatlantica. Oggi invece è contro l’Europa. Vede solo le grandi potenze: Russia e Cina. Vuole allearsi con la Russia contro l’Europa. Perché per gli Usa non è solo un nemico economico ma rappresenta il confronto tra la democrazia e la democrazia illiberale».
Il trumpismo
Secondo il politico francese «Trump è al potere in America. Non è che se vince Vance cambia qualcosa. Anzi, il trumpismo può dominare per dodici anni. È inutile sognare che perda le elezioni mid-term. Ora è così». Il presidente degli Stati Uniti è «una forma di potere illiberale, autoritario. Va nella direzione del totalitarismo». E ancora: «Illiberale e matto. È un problema generale. La Fifa gli ha dato pure un premio. Incredibile. Il punto è che le soluzioni ai problemi sono complesse e le persone invece vogliono risposte facili. Un contesto accelerato dalla pandemia perché ha provocato la paura. Ha liberato le emozioni negative».
Trump e Putin
L’alleanza con Putin, in questa ottica, «è come il patto Molotov-Ribbentrop. È un patto trasversale. Se penso al passato, mi chiedo cosa sarebbe accaduto se Hitler non avesse attaccato la Russia: la destra sarebbe rimasta al potere? Per questo dobbiamo difendere la nostra democrazia». Poi Cohn-Bendit passa a parlare dell’Italia: «Giorgia Meloni è una reazionaria, ma non è uscita dall’euro. Non è uscita dall’Europa. Ha difeso l’Ucraina. Lo ha fatto per la moneta unica che rappresenta una obbligazione che impedisce di lasciare l’Ue. E perché per l’Italia sarebbe la fine».
Il corollario Trump e la dottrina Monroe
Ian Bremmer, fondatore di Eurasia Group, la principale società di consulenza mondiale sui rischi geopolitici, dice a La Stampa che «un’Unione Europea forte e un’Europa politicamente coesa non sono più un interesse strategico degli Stati Uniti». E questo «significa che Washington non vuole più che l’Unione Europea prenda decisioni collettive su commercio, dazi, diritti umani, proprietà intellettuale o politica industriale. La preferenza dell’amministrazione è che siano i singoli governi, soprattutto quelli euroscettici e nazionalisti, a guidare la politica europea. Movimenti come Reform in Uk, AfD in Germania o il Rassemblement National in Francia sono visti come potenziali alleati».
Secondo Bremmer Trump «parla esplicitamente di un “corollario Trump” alla dottrina Monroe. La sua attenzione verso paesi come il Venezuela lo conferma. Ma non definirei questa strategia una semplice riproposizione della dottrina: oggi gli Stati Uniti sono vulnerabili alla dipendenza dalle catene di approvvigionamento controllate dalla Cina, soprattutto per minerali critici e terre rare. Per questo cercano partnership non solo nell’emisfero occidentale, ma anche in Asia e nell’Indo-Pacifico, rafforzando i rapporti con Giappone, Corea del Sud, India, Australia e il Quad».
Metodi mafiosi
Infine, il filosofo francese Pascal Bruckner dice a La Stampa che Trump «bloccherà la fornitura di armamenti a Kiev. Il suo piano di pace fallirà e quando gli ucraini lo rifiuteranno li lascerà morire. A essere scandaloso, però, non è tanto il fatto che il presidente statunitense metta fine agli aiuti militari all’Ucraina, quanto quello che l’Europa non sia in grado di sostituirsi all’America. Siamo più ricchi e molto più potenti dei russi, ma nonostante questo dipendiamo ancora dallo Zio Sam». Ma questo è anche «l’ultimo atto dell’impotenza europea. Questa crisi ha portato alla luce le debolezze strutturali del Vecchio Continente. Se non ci sarà una svolta, l’Europa verrà fatta a pezzi dai suoi predatori. Abbiamo visto per esempio Trump voler mettere le mani sulla Groenlandia, mentre Elon Musk ha evocato la dissoluzione dell’Ue dopo aver ricevuto una multa dalla Commissione».
Il nuovo ordine mondiale
Bruckner non sa se sia in atto la costruzione di un nuovo ordine mondiale. «Di certo è in corso la distruzione di quello creato dopo il 1945. L’America non è più la nostra alleata. Trump adotta un linguaggio da mafioso, come se fosse il Padrino del mondo occidentale». Intanto, la Cina si posiziona sempre di più al centro del gioco. Al momento è il padrone del mondo, ma si tratta di un colosso dai piedi d’argilla. Il suo principale problema è il debole tasso demografico, che rischia di trasformare il paese nella casa di riposo più grande dell’Asia». Il futuro all’orizzonte è grigio: «Ho l’impressione che il mondo stia avanzando come un funambolo tra due precipizi e fatichi a trovare la sua strada, un po’ come Dante nella Selva Oscura. La verità così come la conoscevamo sembra non esserci più. Al suo posto ci sono delle realtà alternative. Per questo sembra che la direzione intrapresa sia quella verso una realtà sempre più selvaggia e brutale».
